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L’Enciclopedia dei morti di cui si parla nel racconto che dà il titolo a questo libro è un’opera in migliaia di volumi dove sono ammesse soltanto le voci riguardanti persone che non compaiono in alcun’altra enciclopedia. Vale a dire la massa sterminata degli ignoti, che qui si ritrovano raccontati in un «incredibile amalgama di concisione enciclopedica e di eloquenza biblica».
«Un libro entusiasmante che mostra la grandezza tragica e fertile di cosa può fare, alla vita, l'invenzione della letteratura» - Orazio Labbate, la Lettura
Opera fantastica, ma che ha un sinistro corrispettivo nella realtà: vicino a Salt Lake City, in gallerie scavate dentro la roccia, sono conservate dai mormoni le schede di più di diciotto miliardi di persone. Questo rapporto trasversale, e quasi di esaltazione reciproca, tra il fantastico e la cronaca si ritrova anche in altri racconti di questo libro – e può riguardare, all’occasione, la storia dei funerali di una prostituta o quella dei Protocolli dei Savi di Sion, le leggende dello gnostico Simone o quella dei Sette Dormienti di Efeso, o le vicissitudini dell’infelice Kurt Gerstein, infiltrato fra gli sterminatori nazisti, come se Kiš fosse perennemente ispirato da «quel bisogno barocco dell’intelligenza che la spinge a colmare i vuoti» (Cortazar). Secondo le parole dell’autore, «tutti i racconti di questo libro nascono, in misura maggiore o minore, sotto il segno di un tema che chiamerei metafisico; a partire dall’epoca di Gilgamesh, la questione della morte è uno dei temi ossessivi della letteratura. Se la parola divano non richiedesse colori più luminosi e toni più sereni, questa raccolta potrebbe avere il sottotitolo di Divano occidentale-orientale, con un chiaro riferimento ironico e parodistico».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E’ il primo libro che leggo di Danilo Kiš : una raccolta di racconti sul tema della morte. Al di là del contenuto intrinseco dei singoli testi ho avuto la netta sensazione di trovarmi davanti all’opera di un autore dalla sensibilità acuta, sopraffina e persino esasperata, di una cultura vasta e profonda e di una grande intelligenza. Ovviamente la scrittura, lo stile e l’architettura stessa dei racconti risentono di tutte le doti che ho elencato. Quando si termina la lettura si ha il bisogno di riprendere fiato e di riflettere. Ogni racconto è presentato secondo una sua singola forma, ora una lettera, ora una leggenda, ora un saggio ma il contenuto si focalizza sulla dignità della morte, sul dolore umano di fronte ad essa. Ma non è la morte dei grandi, dei potenti, di cui si parla nel libro, è la morte degli umili cittadini, è la morte di tutti noi. Noi non siamo identici agli altri, forse siamo simili, certamente siamo irripetibili: ogni uomo è un mondo a sé, ogni uomo ha la sua dignità da difendere e da mostrare. Ed ecco che nel racconto che dà il titolo al libro la protagonista legge in un libro, questa “Enciclopedia dei morti” , tutta la storia di suo padre, anonimo cittadino come lo è lei, in tutti i suoi minimi particolari: gli stati d’animo, anche i momenti più banali della sua vita, perché <<nessun momento della vita umana è inutile>>. Per gli Anonimi compilatori dell’Enciclopedia <<ogni cosa umana è sacra>>. Lo scrittore dunque dà dignità all’umano, integra la storia, interviene per recuperare quello di cui non rimane traccia, invita alla riflessione sull’esistenza dell’uomo. La vita infine ha uno scopo?, un fine? Forse! Lo scrittore non lo dice né ci dà la chiave per poter dare una risposta. Sicuramente la Storia ha schiacciato con palate di fango la vita dei più deboli, ma sono stati proprio i più deboli a fare la Storia. All’”Enciclopedia”, strumento catalogatore ragionato del mondo si contrappone l’altra parte del titolo : “dei morti”, cioè tutto quanto ci può essere di diverso, unico, effimero, insignificante, irripetibile tipico degli esseri umani e della loro dignità.
Recensioni
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