Un estraneo in casa mia

Letto dopo "La coppia della porta accanto" devo dire che ci ho trovato delle cose simili, a volte fin troppo. Infatti fino a circa metà del libro non ero poi così fiduciosa. Invece quando inizia a ingranare sul serio, il romanzo decolla. Lascia intuire il plot twist (che manca un po' nel primo libro della Lapena) e arrivi alla fine con varie ipotesi e nonostante tutto resti stupito (c'è una delle ipotesi che mi avrebbe garbato ancora di più). Scorrevole, forse un po' ripetitivo è vero, e probabilmente non merita 5 stelle, ma glielo dò per alzare la media. Sicuramente merita più dell'altro e si vede la crescita della scrittrice, quindi sono molto fiduciosa del nuovo romanzo che sto aspettando. Una cosa che vorrei è l'approfondimento dei due detective. Il romanzo comunque non è scritto in presente, probabilmente chi ha scritto quel commento non sa cosa voglio dire la scrittura in presente ;)

Assurdo e ripetitivo. Poi la narrazione al presente infastidisce.

Una sera Tom torna a casa dal lavoro, e la moglie, contrariamente al solito, non è in casa. La cena è quasi pronta, ci sono il suo cellulare e la borsa ma lei non c’è: ha preso l’auto e non gli ha lasciato messaggi. La polizia lo avvisa che Karen ha avuto un incidente, è andata a sbattere contro un palo mentre guidava a velocità folle in un quartiere malfamato della città. Quando si riprende in ospedale, lei non ricorda nulla. Il cadavere di un uomo, ucciso a colpi di pistola alcuni giorni prima, è trovato in un ristorante abbandonato, e gli ispettori Rasbach e Jenkins si occupano delle indagini. Il locale si trova vicino al luogo dell’incidente, e i sospetti sono inevitabili: i tempi coincidono. Karen e Tom non sono più gli stessi: un’ombra di sospetto aleggia fra loro e in casa succedono strane cose, come se qualcuno vi si fosse introdotto. La storia, narrata al presente, con periodi brevi e stringati, dal punto di vista dei diversi personaggi, riesce a creare suspense. Il racconto giallo tende a virare al rosa nelle vicende di Tom e Karen, e ricorda, nell’impostazione e nello stile, “La ragazza del treno”. Nel romanzo di Paula Hawkins, però, le vicende sentimentali sono il fulcro del romanzo; Shari Lapena inventa una storia nello stile di Agatha Christie, con un crescendo di tensione nell’attesa di altri eventi criminosi. C’è la suspense, ma le indagini di polizia sono poco convincenti, gli indizi troppo flebili non solo x un’incriminazione, ma anche x un collegamento. Rasbach non cerca prove scientifiche, ma conduce le indagini solo con gli interrogatori a domicilio dell’indagata, e non si preoccupa di stabilire in primo luogo l’identità della vittima, di cercare l’arma del delitto, di trovare un movente. Tutti i personaggi si comportano in modo stupido e irrazionale; il finale, poi, è incomprensibile. E’ una storia insostenibile per un giallo assurdo; unico pregio, lo stile scorrevole. Uno dei gialli più brutti mai letti; per fortuna non l'ho comprato.