L' evento e l'osservatore. Ricerche sulla storicità della conoscenza

scheda di Rostagno, M., L'Indice 1988, n. 4

Gli uomini possono conoscere la storia in quanto essi stessi la fanno: è questa una delle idee centrali su cui Vico edifica la sua dottrina della conoscenza storica. Tuttavia, quello che appare a prima vista come un limpido principio gnoseologico - posso conoscere ciò che io stesso produco - si rivela ben presto come un nodo problematico ricco di ambiguità. Tra il 'fare' e il 'conoscere' la storia esiste infatti uno scarto che impedisce tanto la simultaneità quanto la perfetta specularità dei due atti. L'azione storica appare cioè, a chi la osserva e la conosce, assai diversa dalle intenzioni iniziali di chi l'ha realizzata. La conoscenza aggiunge al fatto storico un senso che originariamente non possedeva, rimandandone un'immagine arricchita. Proprio a questo rispecchiamento deformante e ai temi ad esso connessi, Iacono, studioso dei rapporti tra filosofia, antropologia ed economia politica nel '700 e nell'800, dedica un'analisi che attraversa arditamente diversi ambiti disciplinari e temporali. Ne nasce un testo estremamente stimolante che, percorrendo la riflessione da Condorcet a Droysen, da Bossuet a Gombrich, suscita e crea problemi più che tentare di darne una rassicurante risoluzione.