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La storia della sinistra italiana è anche una storia di famiglia. È il caso della famiglia Foa, dai nonni al padre Vittorio e alla madre Lisa, fino ai figli Anna, Renzo e Bettina. Una famiglia in cui la passione politica e l'impegno civile si sono intrecciati così fortemente con lo svolgimento della vita privata da governare le relazioni e i sentimenti.
«Letteralmente "nata dalla Resistenza", Anna Foa, oltre settant'anni dopo, ha voluto ricostruire con "La famiglia F.", attraverso un mémoire sulla storia della sua famiglia, un pezzo di storia della sinistra italiana» – Sergio Luzzato, La Stampa
«Anna Foa illumina un'Italia da ricordare con un libro di assoluta bellezza formale, di grande coraggio e sincerità» – Wlodek Goldkorn, L'Espresso
«Vittorio e Lisetta, uniti dalla lotta antifascista. E nonni, zii, fratelli: patrioti, intellettuali, militanti. Da storica, Anna Foa racconta una famiglia straordinaria. La sua» – Simonetta Fiori, il Venerdì di Repubblica
La storia della sinistra italiana è anche una storia di famiglia. È il caso della famiglia Foa, dai nonni al padre Vittorio e alla madre Lisa, fino ai figli Anna, Renzo e Bettina. Una famiglia in cui la passione politica e l'impegno civile si sono intrecciati così fortemente con lo svolgimento della vita quotidiana da educare e governare anche le relazioni, i sentimenti. Si aprono vecchie scatole con dentro foto e carte di famiglia: un trasloco può far riemergere il passato di tante vite. È quello che è successo ad Anna Foa. Storie di bisnonni, prozii e cugini, fino a quelle dei genitori, Vittorio e Lisa, ricordi a lungo accantonati. Avvocati mazziniani e 'internazionalisti', 'suffragette' e rabbini lasciano il passo ai primi socialisti, agli antifascisti di Giustizia e Libertà, ai comunisti. Come sfogliando un vecchio album, vediamo rievocati il fascismo, il carcere, la Resistenza, la Shoah, il dopoguerra, il 1968, gli anni di piombo, l'impegno di Lisa in Lotta Continua, il suo anticonformismo, la lunga saggia vecchiaia di Vittorio. Come in ogni storia di famiglia, le case sono centrali: le stanze delle case di vacanza, quelle dei nonni disperse per la Penisola, quelle dei genitori frequentate da amici d'eccezione. E poi il racconto dei luoghi e le città: Torino, la Valle d'Aosta, Roma, ma anche la Spagna della guerra civile, il Vietnam, l'Africa, la Cina. Quella che si viene a comporre, pagina dopo pagina, è una storia 'intima' della sinistra italiana. I libri che si leggevano, le percezioni politiche, il modo in cui il mondo esterno veniva filtrato da quello familiare. È anche la storia della fine di un'illusione, quella del comunismo, della sua lenta fine. Una storia familiare e autobiografica aperta a tutte quelle remissioni della memoria e a quelle percezioni personali che la rendono dichiaratamente parziale e non definitiva. Un esperimento storiografico condotto "sul vivo" per riscoprire le passioni del Novecento.
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Una lettura emozionante: ricordi, racconti, dubbi e domande, uguali e diverse da quelle che tutti noi proviamo a farci quando riflettiamo sulle nostre origini.
La famiglia Foa, dai bisnonni ai nostri giorni. Famiglia di origine ebraica, composta quasi esclusivamente da professionisti borghesi quasi tutti assimilati, che si sentivano italiani e non ebrei fino alle maledette leggi razziali del '38, che sconvolsero il loro mondo. Nei ricordi di Anna Foa rivivono una serie di parenti o amici di parenti con i nomi che sembrano sempre gli stessi; i Levi, da Carlo a Primo, e con loro tutti i loro congiunti. Spazio particolare Anna Foa lo destina ai suoi genitori, Vittorio e Lisetta, lui ebreo lei no. Il padre arrestato da giovane per antifascismo e poi protagonista della vita politica e sindacale del dopoguerra, La madre, spirito libero, partigiana durante la guerra, impegnata dapprima nel comunismo e quindi nella sinistra extraparlamentare, amica di altre donne "libere" come lei, da Ada Gobetti a Bianca Guidetti Serra.
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