Il fattore di OZ

Una buona ricerca su un terreno nuovo, una nuova frontiera. Ispirato in parte dalle opere di Jaques Vallee, ma sempre originale nelle esposizioni e arricchendo le precedenti ricerche in tema con elementi nuovi. Non capisco l'autore dell'altra recensione che denigra il libro solo perché sono presenti anche testimonianze ed associazioni con le principali religioni, il tema è più che attinente.

E' un vero peccato. La Perucchietti inizia alla grande, affrontando il tema UFO e alieni da una prospettiva nuova (almeno qui, in Italia). Il parallelismo tra gli "extraterrestri" e il "piccolo popolo" delle storie medievali; le lampanti connessioni tra le testimonianze di abduction e i rapimenti da parte di esseri fatati; gli Alieni come abitanti di altri dimensioni, dell'inconscio collettivo, del campo akashico. Poi però comincia a nominare varie testimonianze di "padre Amorth" (forse l'unica persona al mondo ad essere veramente indemoniata) e lì mi si accende un campanellino d'allarme. E poi giù con infiniti voli pindarici in cui svettando termini come: Satana, la Tradizione (con la "t" maiuscola), "trucco di Satana", alieni e Don Giuseppe Tomaselli (?!). E, il colmo, lo raggiunge quando paragona lo sciamanesimo (badate, antica via spirituale senza dogmi e senza volontà di proselitismo) alle cosiddette "religioni rivelate" (un inno ai dogmi e all'evangelizzazione). Insomma, grande delusione. Ammetto di essermi lasciato incantare dalla bellissima copertina e dai ringraziamenti finali, in cui cita il geniale Neil Gaiman (American Gods, Nessun dove, I Ragazzi di Anansi) e di cui, mi pare, l'autrice non ha capito un bel nulla.