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Grazie a questo libro ho scoperto l’esistenza della comunità arbëresh nel sud Italia! È un romanzo molto piacevole in cui l’autore riesce a raccontare la difficoltà, il dolore e il disagio di un padre che deve lasciare la propria famiglia per lavorare. In poche pagine l’autore riesce ad affrontare il tema importante e sempre più attuale dell’emigrazione. Da leggere!
Un grande romanzo come tutti quelli di Carmine Abate
La bellezza del romanzo verte su questo lungo racconto del padre Tullio, davanti al fuoco di Natale sul sagrato della chiesa di Hora in attesa della nascita del Bambinello, al figlio Marco, ormai tredicenne e al quale spetta la sua prima birra. Per Marco, in occasione delle festività natalizie, il ritorno del padre è una festa: il padre è emigrante in"Froncia",lavora come operaio nei cantieri edili;la"Froncia",fino all'episodio fatale che segna il passaggio dall'infanzia all'età adulta di Marco, per Tullio è un richiamo del sangue.La"Froncia"per lui è il luogo dell'amore e il luogo dove affonda le sue radici Elisa. Elisa è figlia e sorella,è amata da tutti ed è difesa strenuamente da suo fratello Marco. Elisa studia all'università di Cosenza,è misteriosa quanto fragile, commette un errore di cuore perché, in fin dei conti, è alla ricerca di parte della sua esistenza che,infine,troverà. Le immagini del romanzo possono apparire semplici, ma nella loro"semplicità"sono vivide, capaci di trasmettere la forza dei sentimenti di tutti i personaggi ed in particolar modo quelli di Tullio, di Marco, di Elisa e della cagnolina Spertina cui niente sfugge neanche, da un inverno all'altro, l'arrivo in paese di Tullio. Inoltre,il fascino del romanzo deriva anche dalle usanze e dalla lingua della comunità arberesche che è parte integrante del Sud Italia: quel Sud Italia vittima, tra Ottocento e Novecento, dell'emigrazione, vittima della lontananza tra padri e figli, tra mogli e mariti, vittima delle dicerie popolari, vittima di chi, per rabbia ed impeto, si fa giustizia da sè, vittima dell'omertà, vittima di chi si nasconde per mascherare i suoi illeciti e le sue frodi economiche ed amorose; quel Sud Italia che, però, non abbandona le sue tradizioni, le sue origini e il forte legame di sangue che lega i componenti di una famiglia, nonostante la lontananza dovuta all'immigrazione.
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