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Mi rincresce diminuire la media delle valutazioni e spero di non offendere coloro che l'hanno apprezzato, ma questo libro mi ha deluso parecchio e lasciato ben poco. La trama sembrava interessante ma sul finale si perde. I protagonisti li trovo deboli, senza carisma... E poi, a mio modestissimo parere, paragonare la giornalista Annika Bengzton, con Lisbeth Salander...beh mi pare alquanto esagerato. Basta leggere uno dei libri della Trilogia di Stieg Larsson per rendersene conto. Comunque, a tutti gli appassionati dei gialli scandinavi, se non l'avete ancora fatto, consiglio la lettura dei "noir" della coppia Sjöwall e Wahlöö; scritti più di quarant'anni fa ma ancora attuali e sempre fonte di ispirazione per tutta l'ondata di scrittori scandinavi.
bel libro ma niente di più: mi pare che la storia sia vista e rivista. il libro è scritto bene ma il finale è un po' confusionario a mio avviso.
Finalmente l'autrice, prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, ha regalato ai suoi lettori un vero "noir". Descrivendo in modo realistico l'ambiente poliziesco ed i suoi lati nascosti, a volte crudeli, critica apertamente lo Stato di Diritto svedese e ne denuda la fragilità. La trama principale è abbastanza prevedibile ma ben architettata e si intesse bene con gli eventi di contorno all'intera vicenda. Il ritmo risulta incalzante e coinvolgente. Interessanti sono i riferimenti alla pena dell'ergastolo e alla sua abolizione. Chi fa il critico letterario di professione auspica una trasposizione in una serie per il piccolo schermo. Spero che ciò non avvenga perché difficilmente si potrebbe trasmettere l'energia che traspare leggendo i vari episodi.
Recensioni
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Quando si affronta un giallo svedese, è difficile smarcarlo dal fenomeno (anche commerciale) della trilogia Millennium. Se poi il noir si regge su un personaggio femminile, viene ormai naturale intercettare l'eventuale passaggio di Lisbeth Salander. E a ben vedere l'eccentrica hacker nata dalla penna di Stieg Larsson lascia qualcosa di sé nella creatura della scrittrice Liza Marklund, la disforica giornalista Annika Bengzton. Infatti, l'intraprendente e ansiosa reporter è stata violentata, rapita e ha rischiato la vita più di una volta. Inoltre, sul piano professionale, alla redazione della "Stampa della sera", la sua caparbietà si misura quotidianamente con un accanito antagonismo. La sua non lineare psicologia è fuor di dubbio centrale, e in questo terzo atto della fortunata saga edita da Marsilio, ad alimentarne la complessità concorrono il fatto che Annika sia stata tradita e abbandonata dal marito, si trovi nel pieno della notte in fuga dalla propria casa in fiamme, litighi con l'amica storica e al giornale si confronti con l'annosa questione dei tagli sul personale. Insomma, sull'orlo di una crisi nervosa un giorno sì e l'altro pure, ma al tempo stesso tenace, cosciente delle proprie debolezze e capace di controllarle nei momenti critici, soprattutto per i propri figli. Tutti questi elementi finiscono per prevalere sull'azione, che ha inizio con il ritrovamento del cadavere di un noto e apprezzato commissario di polizia, la moglie in stato di shock e la constatazione della scomparsa del loro bambino di quattro anni. Accanto ad Annika compare una poliziotta dalla personalità piuttosto sfaccettata, Nina Hoffman. Chissà se condividerà la sorte dell'ispettrice Anna-Maria Mella, diventata collaboratrice dell'avvocato fiscalista Rebecka Martinsson nei romanzi della svedese +sa Larsson? E anche lì è territorio Lisbeth.
Rossella Durando
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