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La fine dell'estate - Serena Patrignanelli - copertina
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La fine dell'estate
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La fine dell'estate - Serena Patrignanelli - copertina
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Descrizione


Un romanzo che costruisce un universo a misura di ragazzino, fatto di avventure simili a sogni ad occhi aperti ma precoci e reali come un viaggio nel tempo. Con una lingua pura e incantevole, Serena Patrignanelli restituisce al passato la dimensione epica e al futuro le ali spiegate della memoria.

«Esordio potente e maturo, La fine dell'estate ha in effetti il peculiare, ipnotico andamento narrativo della memoria che si forma, a riprova del fatto che si dà memoria e quindi senso solo quando il caos dell'esistenza prende la forma di una storia» - Peppe Fiore, La Lettura

«Terzo titolo che Nn dedica agli esordi italiani e menzione speciale al Premio Calvino, l'estate di formazione raccontata da Serena Patrignanelli è un bell'affresco corale di una periferia romana che pare popolata solo da ragazzini, vagamente pasoliniana» - Robinson

Solo i ragazzini sanno davvero cos’è la fine dell’estate. Lo sanno bene anche i ragazzini del Quartiere, che ai primi di giugno ronzano per le strade in cerca di nuove avventure. Ma Augusto e Pietro una nuova avventura segreta l’hanno già in mente: costruire un motore a gasogeno da montare su una macchina. Perché là fuori, intanto, infuriano i bombardamenti, gli uomini sono chiamati alle armi e a poco a poco le case si svuotano e la benzina inizia a mancare, così come il cibo e gli altri beni di prima necessità. Ma quando una macchina compare, a reclamarla c’è Sorchelettrica, una delle prostitute che abitano nelle baracche, e Pietro e Augusto non possono toccarla a meno di non portare alla luce la verità su quel cadavere bianco come un lampo che è stato ritrovato alla marrana. Accanto ai due amici ci sono Semiramide e Clementina, appena arrivate nel Quartiere con la madre, e Michele e Virginia, che si attraggono e respingono a vicenda. La fine dell’estate è un romanzo che costruisce un universo a misura di ragazzino, fatto di avventure simili a sogni ad occhi aperti ma precoci e reali come un viaggio nel tempo. Con una lingua pura e incantevole, Serena Patrignanelli restituisce al passato la dimensione epica e al futuro le ali spiegate della memoria. Questo libro è per chi ha paura delle notti buie e senza sogni, per chi colleziona oggetti, cartoline e fotografie di persone sconosciute, per chi adora la crostata di visciole con la crema accanto, e per chi ha preso una decisione importante senza rendersene conto e ora, da una torre di vedetta nel futuro, riesce a provare compassione per quel passato vissuto distrattamente.
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Dettagli

2019
4 aprile 2019
352 p., Brossura
9788894938272

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Chili di libri
Recensioni: 4/5

Mi sono innamorata di questo libro dalla primissima pagina. Poesia pura. Parole semplici che rievocano ricordi. Poi le cose inizieranno ad allontanarsi. Saremo distratti e non lo vedremo sparire. Terremo stretto solo quello che conta, così stretto che saremo stanchi, un pezzo alla volta lo lasceremo andare. … La memoria scombinerà l’ordine dei fatti e confonderà i volti, e noi le daremo ragione. Sarà quello che ci resta. Sarà l’unica storia che avremo voglia di raccontare. È un libro sulla memoria, questo di Serena Patrignanelli, menzione speciale al Premio Calvino 2017. Abbiamo due bambini di 11 anni, Pietro e Augusto. Un’estate davanti, da impiegare e riempire di attività, cose da fare, ricorda da conservare. Un’estate che segna un punto di svolta, ma nessuno lo sa ancora. Pietro e Augusto sono amici, trovano nell’altro ciò che manca loro, si completano. Un’amicizia semplice e vera, eterna come lo sono le amicizie dei bambini. Fino al primo tradimento o al prossimo amico per la pelle e per sempre. Perché il mondo si rinnovava continuamente, e quello che sembrava esperienza era solo illusione, quello che sembrava un punto d’arrivo era meno di un punto di partenza, e non iniziavano stagioni che durassero per sempre. La pioggia iniziava a cadere. Era finita l’estate. L’estate finisce, come ogni cosa nella vita, comprese quelle eterne, che non finiscono mai, che vivono per sempre nei nostri ricordi. Pietro e Augusto hanno un progetto da portare avanti, un segreto. Nessuno lo deve sapere o scoprire. Siamo durante la guerra. Il Quartiere si è spopolato: gli uomini sono partiti al fronte e molte famiglie hanno lasciato casa per andare da parenti e stare insieme. La scuola ha chiuso prima e i ragazzi sono lasciati a se stessi. Gli adulti sono perlopiù assenti. Poche figure sfocate. Tranne un paio, che aiutano i due ragazzi a realizzare il loro progetto. Hanno trovato una macchina e vogliono costruire un motore a gasogeno per portare in giro cose e persone,

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8.5/10
Recensioni: 5/5

"Magari, pensava, d'ora in poi sarebbe andata così, che ogni giorno bisognava dire addio a qualche cosa." La fine dell'estate è il romanzo d'esordio dell'autrice Serena Patrignanelli ed è uscito il 4 Aprile 2019 per NN Editore. Iniziamo con il parlare di ciò che sorprende maggiormente di questo volume: lo stile. L'autrice, infatti, dimostra una evidente consapevolezza linguistica che le permette di raccontare la propria storia dando due sensazioni apparentemente differenti ma che, qui, vengono coniugate alla perfezione e che rendono questo libro unico nel suo genere. Da una parte, infatti, notiamo che nel testo esclusivamente punti di vista di bambini, che per quanto complessi e maturi, non posso necessariamente pensare e vedere il mondo come degli adulti e riconosciamo come l'autrice sia riuscita egregiamente ad entrare nei loro panni, senza forzature e a raccontarci la loro particolare ingenuità, senza che questa stonasse mai con la narrazione. Dall'altra parte è evidente, però, che il lessico utilizzato, la scelta delle parole e anche la costruzione delle frasi, vanno ben oltre questo e sono frutto di capacità e cura. Sebbene i pensieri dei protagonisti vengano raccontati da un narratore esterno ed adulto, abbiamo sempre l'impressione di non stare passando da nessun filtro e di leggere direttamente dai loro cuori e dalle loro menti. L'autrice è sempre presente e gestisce tutto con una (apparente immagino) semplicità tale da non farci sentire la propria presenza. Il resto della recensione su LeggoQuandoVoglio.it

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Recensioni

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Voce della critica

Difficile dare un giudizio sereno su La fine dell’estate (352 pagine, 18 euro) di Serena Patrignanelli, pubblicato dalla casa editrice NN. Molto difficile. Se dovessi immaginare una figura retorica per rappresentare questo libro, parlerei di una pista di lancio. Pronta per essere scagliata in alto, però, non è una navicella spaziale, ma una storia. Di quelle strane però, che faticano ad uscire dall’utero della loro autrice. Perchè quella che ci si para innanzi è una grammatica narrativa complicata, se vogliamo anche struggente, ma incapace di decollare veramente. Eppure il carburante c’è, c’è eccome.

Innanzitutto una scrittura delicata, limpida come può esserla l’acqua marina del primo mattino. Parole dolci, ben cernite, sartorialmente sezionate. Leggere, rarefatte, in contrasto con il contesto storico descritto nelle oltre trecento pagine del libro. Siamo in pieno conflitto bellico, infuria la Seconda Guerra Mondiale e in questo quartiere che si nomina, senza mai specificare di preciso quale sia (Tuscolano? Alessandrino? Mandrione?), rollano sulla pista gli intrecci narrativi di tanti personaggi dai contorni e dalle personalità non sempre seducenti. Forse i protagonisti sono Augusto e Pietro – degli Achille e Patroclo ante-litteram – e il loro strampalato progetto di costruire una macchina a gasogeno. Oppure sono Ottavio e Sorcaelettrica e tutto quel carico di segreti incestuosi che spetta al lettore scomporre. O addirittura le due più brilloccicose figure femminili, – Virginia, cattiva, acuta ed enigmatica e Semiramide, con il suo dolore da cancellare, da destituire ontologicamente.

Tra i muri divelti e scrostati di questa borgata romana, che non è più campagna, ma non è ancora città, tra bombardamenti, rastrellamenti e morti ammazzati, tutte queste storia finiranno per incrociarsi nell’arco di una torrida estate. Un masnada di ragazzini, nei cui assembramenti echeggia l’epica de “ I ragazzi della via Paal” o persino de “ Il Signore delle Mosche” di William Golding, si sostituirà agli adulti, finendo però per essere sopraffatti da vicende umane e storiche più grandi di loro, con le quali proveranno maldestramente a fare i conti.

Recensione di Alessandro Orofino

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