Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 85 liste dei desideri
Fine pena: ora
Disponibilità immediata
14,00 €
14,00 €
Disp. immediata
Chiudi

Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori

Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
14,00 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
14,00 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi
ibs
Chiudi
Fine pena: ora - Elvio Fassone - copertina
Chiudi

Promo attive (1)

Chiudi
Fine pena: ora

Descrizione



Una corrispondenza durata ventisei anni tra un ergastolano e il suo giudice. Non è un romanzo di invenzione, né un saggio sulle carceri. È una storia vera, un’opera che scuote e commuove.

«Questa vicenda ha un particolare che credo la differenzi dalle altre. All’inizio della storia c’è qualcosa che l’ha messa in moto, qualcuno che ha pronunciato la condanna di Salvatore all’ergastolo, che ha spalancato i cancelli destinati a rinchiuderlo per sempre. Ebbene, l’uomo che ha segnato la sua vita e poi, in qualche misura, lo ha accompagnato per ventisei anni, sono io». - Elvio Fassone

Una corrispondenza durata 26 anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l'autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all'ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto dei suoi 28 anni, con il quale il presidente della Corte d'Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi - la parola non sembri inappropriata - di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d'impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda, "se io nascevo dove è nato suo figlio adesso era lui nella gabbia". Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis. La corrispondenza continua, con cadenza regolare caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione...
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2015
29 ottobre 2015
210 p., Brossura
9788838934001

Valutazioni e recensioni

4,44/5
Recensioni: 4/5
(9)
5
(4)
4
(5)
3
(0)
2
(0)
1
(0)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

elisa
Recensioni: 5/5

Libro divorato in un giorno, quando lo si chiude si rimane quasi svuotati al pensiero di quanti Salvatore sono oggi in carcere. Consiglio la lettura per chi vuole riflettere e aprire gli occhi di fronte a tanta realtà.

Leggi di più Leggi di meno
Giulia
Recensioni: 4/5

Libro molto interessante che analizza il rapporto che si è venuto ad instaurare tra un magistrato e un detenuto durante il suo processo. In questo modo offre molti spunti di riflessione sui concetti di detenzione, carcere, colpa, rieducazione e società.

Leggi di più Leggi di meno
fabridf
Recensioni: 5/5

Un libro intenso, a volte duro, che riapre il dibattito sullà necessità del carcere a vita

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

4,44/5
Recensioni: 4/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(4)
4
(5)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

Chi non conosce come si diventa giuristi in Italia può stupirsi di quanto poco essi conoscano del mondo carcerario. Spesso, ancora oggi, può accadere che lo studente di giurisprudenza in tutto il suo corso di studi non abbia occasione di varcare quella soglia oltre la quale vengono depositati i cosiddetti criminali. Anche quando si diventa operatori della giustizia la conoscenza di quel mondo è sovente superficiale, sfocata, non fondata sull’esperienza umana del contatto con custodi e custoditi, sulla percezione materiale del sinistro suono dei chiavistelli e di quell’indefinibile odore di cibo precotto che si sente camminando nei corridoi delle sezioni detentive.

Il libro di Elvio Fassone narra la progressiva scoperta di questo mondo da parte di un giudice coinvolto in un rapporto epistolare, durato più di venticinque anni, con un recluso che egli stesso ha condannato all’ergastolo. Conoscenza, quindi, maturata per mezzo del racconto, prima sgrammaticato poi via via più articolato e maturo, formato dalle lettere che gli giungono, con intervalli irregolari, da una persona che ha avuto modo di conoscere come imputato nel maxiprocesso di Torino ai clan della mafia catanese del biennio 1988-1989. Salvatore, l’ergastolano protagonista del libro, è incarnazione ed emblema di quella società dei cattivi, che perde ogni contatto con quella dei buoni cittadini e il percorso criminale assume i contorni di quello che i sociologi del crimine hanno chiamato “la profezia che si autoadempie”. Emblematiche in tale prospettiva due frasi che Salvatore rivolge a Fassone in tempi diversi. Ricordando la figura del fratello Carmelo, ucciso da un clan rivale: “A noi siamo maledetti, o la tomba o la galera. Che vuole che ci aspetti, a chi nasce nel Bronx di Catania?”. In un colloquio durante il processo, quando chiede al giudice se ha un figlio: “Perché le volevo dire che se suo figlio nasceva deve sono nato io, adesso era lui nella gabbia; e se io nascevo dove è nato suo figlio, magari ora facevo l’avvocato, ed ero pure bravo”. La maledizione sociale di essere nato in un certo quartiere, di aver frequentato certe compagnie, di aver intrapreso una carriera deviante sin dall’adolescenza e quindi essere entrato nel circuito penitenziario è il filo rosso che lega tutta la vicenda del protagonista. La vittima, dibattendosi per sfuggire alla ragnatela che lo avvolge, non fa che avvilupparsi ancor di più nelle spire di un destino dal tragico epilogo.

Recensione di Claudio Sarzotti

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Informazioni e Contatti sulla Sicurezza dei Prodotti

Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.

Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore