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Recensioni Fiore di zolfo

Fiore di zolfo di Lorenzo Goccia
Recensioni: 1/5
Autunno 2014. Imma Sgrò, vedova dal passato misterioso, scrive a Giovanni Capasso, professore universitario di Letteratura italiana, una e-mail la cui prima parola è "Buonanotte". Non si firma, e non aggiunge nessun dettaglio. Poiché il docente non risponde, Imma scrive una seconda e-mail in cui si presenta, decidendo di fornire qualche spiegazione: il suo scopo è sottoporre a Giovanni la lettura delle parole d'amore che qualcun altro, uno sconosciuto ammiratore, scrive segretamente per lui. Sebbene il professore non risponda mai, Imma continua a scrivergli. Vicina al cuore che batte per lui, la donna mette insieme i dati raccolti con i suoi stessi occhi, osservando senza essere vista Giovanni e il suo ignoto ammiratore, e quelli che emergono dagli scritti dei quali si appropria indebitamente. La sua voce e quella dell'altro che attraverso lei si esprime si sovrappongono, cantando in tonalità diverse la stessa melodia: un progressivo avvicinamento tra il professore e il suo ammiratore sempre meno segreto. Attingendo alla formula della narrazione epistolare, “Fiore di zolfo” la interpreta in modo accattivante inaugurando il pink pepper, stile ibrido che sporca l'ingenuità del romanzo rosa col thriller, utilizzandone la suspense, i falsi indizi e la tensione tra aspettativa e realtà.)
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