La fonte magica. Ediz. speciale

La scrittura della Babbitt è una fonte inesauribile di meraviglia. Come una pittrice delinea abili e precisi contorni, colora le parole con mille sfumature. Le immagini che regala, i suoni, gli odori, sono vividi e sinceri. Leggere l'avventura di Winnie Foster è stato magico, sognante, ma è stato anche un viaggio meditabondo, e introspettivo. La Babbitt invita silenziosamente e indirettamente il lettore a mettersi nei panni, prima della famiglia Tuck, e delle loro esistenze sospese nel tempo, e poi della piccola ragazzina. La domanda è assente ma implicita, cosa avremmo fatto noi al suo posto?

"La fonte magica" di Natalie Babbitt, scrittrice americana scomparsa l'anno scorso, è un romanzo tanto delicato quanto profondo. Sembra un racconto fantastico per ragazzini, ma cela miti e simboli per persone adulte. Si legge tutto di seguito, senza interrompersi, perché avvince ad ogni capitolo, ad ogni pagina, con un linguaggio semplice, colloquiale, eppure sempre raffinato e autenticamente gentile. Il racconto esige dai suoi lettori - giovanissimi oppure no - che essi si lascino stregare dal fascino impalpabile di una storia lieta eppure drammatica, ilare e tuttavia assai malinconica, spensierata ma anche seria e sottilmente inquieta.