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Politici e uomini d'arme sempre protagonisti delle vicende della loro città, i Frescobaldi così ci racconta oggi Dino, capofamiglia e uomo di cultura furono banchieri e uomini d'affari, grandi mercanti, finanziatori di papi e di sovrani europei. Ma contemporaneamente furono anche letterati, insigni viaggiatori, promotori di nuove opere, impegnati nella scoperta di terre sconosciute. Dino, delicato poeta stilnovista, ebbe il supremo merito di salvare la parte iniziale della Commedia dando modo a Dante di completare il suo poema. Matteo fu buon poeta, pure lui appartenente allo stesso movimento di letterati innovatori. Leonardo esplorò le terre del Levante mediterraneo su cui scrisse una relazione che è ancora oggi considerata un capolavoro della letteratura di viaggio. Lamberto, all'epoca in cui fu "grande anziano" della Repubblica, fece costruire il primo ponte sull'Arno, a Santa Trinita. Stoldo commissionò a Brunelleschi l'edificazione della Basilica di Santo Spirito. Girolamo fu sommo organista e compositore del Seicento.I Frescobaldi ebbero un ruolo di rilievo non solo nella storia fiorentina e italiana, ma anche in quella europea. Prestarono somme ingenti di denaro ai sovrani inglesi, da Edoardo I e II fino a Enrico VIII, ottenendone in cambio posizioni di potere e di prestigio nel regno; poi fecero credito all'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, consentendogli di condurre le sue operazioni militari. Infine la banca dei Frescobaldi finanziò la spedizione di Giovanni da Empoli, la quale si spinse sulle coste del Kerala all'estremità della penisola indiana.La storia dei Frescobaldi si intreccia con la storia di Firenze, dalle lotte medievali per il primato cittadino fra le fazioni dei seguaci del papa e dell'imperatore, alle lotte fra fautori e oppositori della signoria medicea in pieno splendore rinascimentale. Fino al periodo in cui la Toscana, per il suo movimento di pensiero e le sue nuove leggi, divenne sotto il governo dei granduchi di Lorena uno dei punti più avanzati del riformismo illuminato europeo.La recente riscoperta di una serie di ritratti storici raffiguranti diciotto personaggi di Casa Frescobaldi, dipinta tra il 1650 e il '60 da Lorenzo Lippi (1606-1664) e dalla sua bottega, ha stimolato una ricognizione sulle raccolte d'arte e sul mecenatismo della famiglia. Parallela alla ricostruzione della loro storia millenaria, l'indagine storico artistica è funzionale allo studio della serie di ritratti ed esplora, tra Cinque e Seicento, uno dei periodi più difficili vissuti dai Frescobaldi. Dalle dimensioni "eroiche", i raffinatissimi ritratti storici furono commissionati al pittore e poeta fiorentino Lorenzo Lippi dai figli del senator Matteo (1577-1652) per celebrare il ritorno della famiglia ai primi ranghi dell'aristocrazia fiorentina, dopo un secolo di avversità e di esclusioni dovute all'egemonia dei nemici medicei e alla presa di potere da parte di Cosimo I duca di Firenze (1537). Restauratore delle fortune dei Frescobaldi, come dei loro palazzi e ville, il banchiere Matteo, commerciante, "setaiolo" e amministratore della granduchessa Maria Maddalena d'Austria e di suo figlio Ferdinando II, costruì un'immensa fortuna che permise ai suoi figli di ritornare ai fasti europei degli avi due e trecenteschi. Due secoli dopo, a seguito di un altro periodo estremamente difficile vissuto dai Frescobaldi, il cavalier Angiolo (1811-1892) fu il nuovo restauratore delle antiche fortune dell'"Eccellentissima Casa" e l'ordinatore delle cospicue raccolte d'arte della famiglia. Nominato ciambellano della imperiale e reale Corte di Toscana nel 1849, Angiolo Frescobaldi fu collezionista avvertito, e raffinato esperto d'arte riconosciuto in tutta Europa. Arricchita nei secoli dai favolosi lasciti di eminenti famiglie fiorentine, quali gli Acciaiuoli, i Sacchetti e gli Albizzi, a fine Ottocento la collezione Frescobaldi fu impreziosita dai prestigiosi doni fatti dal granduca Ferdinando IV in esilio al cavalier Angiolo, suo amico e collaboratore devoto. Sino ad oggi inediti, alcuni dei dipinti e delle sculture appartenuti al cavalier Angiolo illustrano questo volume.
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