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Anno edizione: 2019
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Un viaggio attraverso le città più innovative del mondo, passando per il MIT di Boston, la California, Stanford e la Singularity University, fino ad arrivare in Cina con la sua potenza economica e tecnologica debordante.
Come sarà il mondo da qui a trent’anni? Come cambierà la nostra vita grazie o a causa della tecnologia sempre più pervasiva? E come dobbiamo prepararci noi e i nostri figli per saper intercettare al meglio i cambiamenti già in atto ma che da noi, in Italia, arrivano sempre in ritardo? Dopo il caustico pamphlet Muovete il culo!, Alberto Forchielli torna a scuotere le coscienze degli italiani per prepararli al mondo di domani. E lo fa con un viaggio pirotecnico nei luoghi in cui il futuro non si aspetta ma si costruisce. Un viaggio attraverso le città più innovative del mondo, passando per il MIT di Boston – dove Forchielli con il suo fondo di private equity Mandarin Capital è membro del MIT ILP (Industrial Liaison Program) e sostenitore del Deshpande Center for Technological Innovation – poi in California, tra Stanford e la Singularity University, e la Cina con la sua potenza economica e tecnologica debordante. Un viaggio che sembra Blade Runner, per certi aspetti, ma è già realtà: in cui il Dna servirà non solo a riparare i corpi ma come hard disk millenario; in cui l’intelligenza artificiale controllerà case, città e il modo di fare banca; in cui la stampa 3D ci permetterà di avere il vestito desiderato fatto al momento in negozio; o in cui potremo agire a distanza pilotando un nostro avatar-robot. Un viaggio, infine, in cui non solo la geopolitica del mondo sarà diversa, ma l’uomo stesso non sarà più un semplice uomo, ma grazie a interfacce neurali potrà aumentare le facoltà della sua mente, o in cui i nanorobot cureranno ogni malattia a livello cellulare e potenzieranno i nostri organi. Tutto ciò è già realtà che si sta preparando nei migliori centri di ricerca del mondo, e non serve a stupire con effetti speciali, ma a far capire che bisogna prepararsi per essere all’altezza delle competenze tecnologiche e non solo che richiederà il lavoro di domani. Altrimenti si rischia di essere lasciati in un angolo, e a quel punto lamentarsi non servirà a nulla.L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
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