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Un film di guerra diverso, che con lentezza e mestizia racconta la seconda guerra mondiale vista dall'interno di un carro armato, dove si vive e si muore e si avanza lentamente, dove una battaglia vinta o persa da solta sembre non avere il minimo peso sulle sorti della guerra. Tra gli americani protagonisti troviamo personaggi gradevoli e altri un po' meno, ma d'altronde non prendiamoci in giro, i veri soldati, che fossero alleati o nazisti, non fecero sconti a nessuno quando si tratto' della propria sopravvivenza contro quella del nemico. Interessante anche il 'personaggio' carro armato che da' il nome al film, che è al tempo stesso macchina da guerra, mezzo di trasporto e habitat, con la sua meccanica, i suoi punti deboli e l'affetto che i soldati gli riconoscono.
Come ho spezzato le reni alla Germania nazista: da solo o quasi e con nemmeno troppe munizioni. E' un'antologia di citazioni da tutti i film di guerra di terra del passato prossimo, remoto e remotissimo: per lo strumento di guerra usato, il tank, la parentela immediata è con la 'Battaglia dei giganti' e con 'Patton', ma poi le scopiazzature toccano un po' tutta la filmografia sui mesi immediatamente successivi al d-day. Le citazioni non sono mai all'altezza dell'originale: e non mi riferisco a film di alto livello, ma a normale buona cinematografia di consumo. Il Brad di 'Fury' ha già vinto su tutti i fronti, ha inseguito Rommel dall'Africa all'Europa e ora, col suo Sherman, riesce persino a schiacciare i temibili carri Tigre tedeschi, li strapazza e poi massacra a centinaia i soldati nemici per morire, vittorioso e solo ovviamente, sparando l'ultimo colpo rimastogli in canna. Neanche Wayne-Berretti verdi o Clint-Gunny! Duro e puro anche nell'unica scena di apparente umanità, la cenetta con le due fanciulle tedesche che fa rimpiangere un'analoga scena con protagonista il carrista Telly Savalas. Film di poche pretese destinato a piacere soprattutto ai fan di Pitt e agli ex carristi.
Recensioni
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Caratterizzato da un impianto drammaturgico singolare, il film bellico di David Ayer prosegue l'estetica del soldato Ryan e si ritaglia un posto nel genere
Trama
Germania, aprile 1945. La guerra sembra non finire mai per il sergente Don Collier, sopravvissuto al deserto africano e alle spiagge della Normandia. Leader carismatico di un manipolo di soldati di diversa estrazione e diverso carattere, Don è inviato in missione dietro le linee nemiche e dentro un tank Sherman. Perduto in uno scontro a fuoco il loro tiratore, reclutano Norman Ellison, un giovane soldato a disagio con la guerra e la violenza. Ribattezzato dalla sua squadra Wardaddy, Don si prende cura come un padre del ragazzo, che inizia ai rudimenti della guerra con metodi poco ortodossi. Avanzare contro il nemico, abbatterlo e sopravvivergli favorisce la confidenza e il cameratismo tra gli uomini di Don, che impavidi hanno deciso di seguirlo in un'ultima impresa contro trecento soldati tedeschi. Un'ultima linea armata prima della libertà e della pace.
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