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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2011
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Una donna ancora giovane, serena e appagata, tutt’altro che inattiva nel cerchio sicuro della famiglia, viene abbandonata all’improvviso dal marito e precipita in un gorgo scuro e antico.
«La voce rabbiosa, torrenziale di questa autrice è qualcosa di raro» - The New York Times
«Ho letto questo romanzo in un giorno, obbligandomi a prendere respiro come fa un nuotatore. I giorni dell’abbandono è stellare» - Alice Sebold, autrice di "Amabili resti"
Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall’umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé. Comincia a questo punto una caduta rovinosa che mozza il respiro, un racconto che cattura e trascina fino al fondo più nero, più dolente dell’esperienza femminile.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nel complesso ben scritto. Lettura scorrevole nonostante l'argomento pesante. Non mi è piaciuto lo stile. La volgarità viene ostentata per sconvolgere e turbare, per affermare la propria presenza ed esistenza sulla Terra e nella vita degli altri... e forse anche per vendere più copie. Turba soprattutto perché è una donna ad utilizzarla. Se sei una donna e vuoi colpire, se vuoi ribellarti al tuo destino o ad un marito che si è dimenticato di te, devi comportarti come il peggiore degli uomini o parlare come uno scaricatore di porto o scrivere in modo sboccato.
Ho letto varie recensioni su questo libro, ma credo che probabilmente il suo significato più profondo sia colto da chi, come la protagonista della Ferrante, ha subito un abbandono. Sì, perchè la scrittrice entra dentro al suo personaggio femminile, entra dentro l'anima; ne narra azioni, pensieri, distruttiva follia, dolore, speranza, incredulità, follia, non accettazione. Ma lo fa sempre in maniera intensa, credibile, reale. Personalmente mi ha aiutata in una fase difficile della mia vita; dopo averlo letto ho visto il film, e ne sono rimasta davvero colpita. Lo consiglio non solo a donne abbandonate: lo consiglio a tutti, uomini compresi. Soprattutto uomini, probabilmente. Non solo a quelli che lasciano una donna "sostituendola" con un'altra (perchè l'amore è l'amore .... e l'amore porta anche a questo); ma agli uomini in genere che vogliono comprendere l'animo femminile anche nella sfumatura grigia.
Il primo approccio con Elena Ferrante, con una sua opera minore, si è rivelato piuttosto positivo, facendo venir meno pregiudizi negativi. I giorni dell'abbandono è narrato con un linguaggio profondamente poetico, vi sono espressioni che catturano, quasi lasciano senza fiato per l'intensità. L'autrice riesce a creare immagini forti per trasmettere il dolore della protagonista, tuttavia diventa col passare delle pagine una forma espressiva quasi esagerata, si lascia andare troppo, fino a diventare innaturale: la gente non pensa in modo così poetico, soprattutto quando è triste. Sotto vari punti di vista è un libro che apre a molte riflessioni e che darebbe il diritto alla Ferrante di affermare al sua fama anche grazie a queste opere meno conosciute.
Recensioni
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