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La giostra dei fiori spezzati - Matteo Strukul - copertina
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La giostra dei fiori spezzati
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La giostra dei fiori spezzati - Matteo Strukul - copertina
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Descrizione


Padova, inverno 1888. Mentre nelle campagne infuria la pellagra, al Portello, la zona più popolare e malfamata della città, al termine di una notte nevosa viene ritrovato il cadavere straziato di una prostituta. L'ispettore Roberto Pastrello capisce che le sue forze non basteranno a risolvere il caso e chiede la collaborazione di due detective d'eccezione: il giornalista Giorgio Fanton, massimo esperto del Portello, e il famoso criminologo Alexander Weisz, intuitivo, tormentato, affascinante. Da quando, bambino, ha trovato sua madre uccisa da un criminale misterioso, Weisz ha giurato che non avrebbe mai più permesso che a una donna venisse fatto del male. Ma il trauma dell'infanzia gli ha lasciato anche una pericolosa dipendenza dal laudano. Dopo qualche riluttanza, l'irruente Fanton, allegro e conviviale, molto abile nelle risse, e Weisz, geniale e anticonformista, trovano accordo e affiatamento, aiutati non solo dall'ispettore Pastrello ma anche da Erendira, meravigliosa gitana, cartomante e prostituta, avvolta nel mistero dei suoi occhi blu in cui è impossibile non perdersi. L'assassino, però, continua a colpire finché Weisz coglie un primo collegamento negli omicidi: tutte le vittime hanno il nome di un fiore...
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Dettagli

2020
25 agosto 2020
368 p., Brossura
9788804727798

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Un turbinio di petali colorati che, smossi dall'autore in maniera sapiente, cadono sul bianco della neve dell'inverno padovano, si tingono del rosso delle vittime e del nero della storia. Uno dei più bei thriller storici che mi sia mai capitato di leggere, avvincente, ben scritto, diretto e crudo. Un affresco storico curato unito all'intrigo dell'assassino seriale. Un libro che come punto di forza trova, a mio modesto avviso, l'equilibrio perfetto tra la violenza dovuta al disagio sociale (sia essa fisica o emotiva) e forza della ragione che, con metodo e sistema, riuscirà ad arrivare alla risoluzione dell'intricata vicenda..con un colpo di scena finale che non poteva mancare!

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Recensioni: 5/5

Un eccellente romanzo che tratta un periodo storico estremamente affascinante, ma purtroppo trascurato e bistrattato, grazie ad una fortissima base documentaristica che ha reso possibile una totale immersione nell'epoca trattata, riportandone alla vita le ansie, i pensieri e la società con un realismo impressionante. Il linguaggio è semplice e diretto, ma mai scontato o banale, ricco anche di passi in cui l'autore sfoggia la sua profonda conoscenza della cultura e della realtà sociale dell'epoca anche attraverso un linguaggio ricercato e specializzato. La storia è caratterizzata da un ritmo assai incalzante, ricca di colpi di scena imprevedibili che colgono totalmente alla sprovvista il lettore. In conclusione, il romanzo è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che rivela notevolissime doti di un autore emergente.

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Salvatore Guddo
Recensioni: 3/5

Un serial killer che uccide e dilania i corpi di alcune prostitute nel 1888. Chi, di fronte ad un’immagine del genere, non penserebbe automaticamente al famoso Jack lo squartatore? Una storia simile, trasportata nella Padova dell’epoca, non potevo assolutamente perdermela.Facevo la corte a questo libro da mesi e, alla fine, quando finalmente l’ho avuto fra le mani, non ho atteso molto prima di iniziare la lettura. L’ho iniziata cadendo nel mio solito errore, ovvero creandomi tantissime, grandi aspettative, che, devo ammetterlo, non sono state completamente soddisfatte. Con una trama e un’ambientazione del genere mi è stato impossibile non essere esigente. Mi aspettavo suspense, fiato sospeso, voglia di proseguire la lettura fino a scoprire il colpevole… ma, purtroppo, non ho provato granché di tutto questo.Eppure se vi dicessi che non è un bel libro vi direi una bugia. La storia in sé è molto interessante, i personaggi sono strutturati piuttosto bene, anche se avrei preferito che la figura del criminologo, Alexander Weisz, venisse approfondita di più. Ho apprezzato molto i punti in cui i personaggi si ritrovano a discutere della criminologia dell’epoca, la scrittura di Matteo Strukul è coinvolgente e ben curata, vi sono anche dei capitoli raccontati dal punto di vista dell’Angelo Sterminatore, così viene chiamato il serial killer durante le indagini, che reputo eccelse e mi hanno veramente tenuta incollata alle pagine. Eppure c’è qualcosa che non mi ha convinto del tutto. Matteo Strukul, come ogni scrittore che si rispetti, deve aver fatto una ricerca molto approfondita sulla Padova di fine Ottocento per scrivere questo libro e si vede. Il punto è che, forse, si vede addirittura troppo! A mio parere, infatti, in molti punti il romanzo si dilunga eccessivamente in spiegazioni storiche che non hanno un nesso vero e proprio con la vicenda narrata. Voglio precisare che io generalmente sono tra i primi ad apprezzare i cenni storici nei romanzi, il punto è che, secondo me, questi dovrebbero essere dosati in base alla trama, in base alla scena che si sta per raccontare e in base anche alla lunghezza complessiva del romanzo. Il troppo stroppia e, per me, in questo thriller ha un pochino stroppiato, togliendo suspense e minando, talvolta, la mia voglia di proseguire la lettura. Nei libri, e nei thriller in particolar modo, mi piace arrivare alla fine del capitolo con la voglia di andare avanti a leggere ancora e ancora… Purtroppo con questo libro non mi è accaduto e ne sono rimasta molto dispiaciuta. Al di là di questo, si tratta di un libro piuttosto leggero e semplice, che si fa leggere tranquillamente e che potrebbe essere un valido compagno per chi è alla ricerca di un romanzo un po’ diverso dai soliti.

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