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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2018
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Ho già letto Le rose di Cordova di Adriana Assini. Soddisfatta ancora una volta dal talento dell'autrice che racconta storie interessanti con maestria.
Adriana Assini ricostruisce in un ritratto meticoloso e attento la figura controversa di Giulia Tofana, una cosiddetta avvelenatrice seriale, vissuta nella prima metà del Seicento. Si tratta di un personaggio storico di cui poco si sente parlare, e molto piacevole e interessante è leggerne fra le pagine di questo romanzo. Giulia è una meretrice, vive nell'ombra e come fattucchiera sperimenta veleni sempre più perfetti ai danni di mariti violenti e inconsapevoli. In qualche modo, Giulia libera le donne che a lei si rivolgono e le salva. Giulia è molto bella. desiderata e adulata. Conosce le arti della seduzione e i compromessi del suo rango. Vive con la sorella di latte, Girolama, che grazie al suo spirito pratico cerca sempre di riportarla alla vera essenza delle cose quando Giulia si lascia abbindolare dalle promesse del suo amato, soprattutto perché consapevole che presto dovranno fuggire da Palermo, dove rischiano di essere scoperte e giustiziate. Perché, al di là delle false speranze alimentate dalle parole del suo bel Navarro, Giulia è un’assassina. Ha creato l’acqua tofana, che è un veleno inodore e insapore, impossibile da riconoscere. Tutto va bene fino a quando non scopre di avere avvelenato il padre del suo innamorato. Per non rischiare il linciaggio, sarà costretta a subire le avance di frate Nicodemo e a fuggire con lui a Roma. La lingua utilizzata dall'autrice è ricca e preziosa, le ambientazioni sono particolareggiate e i dialoghi ben strutturati, tanto che il lettore si affeziona alla protagonista sebbene ella sia un personaggio negativo, un’avvelenatrice, appunto! Il contesto poi è reso vivido dai dettagli e sembra di trovarsi fra i vicoli del seicento in compagnia di questa donna volitiva e testarda che lotta per affermarsi e sopravvivere.
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