Giustino Roncella nato Boggiolo

Il tema portante di questo romanzo, uno dei meno conosciuti dell'autore siciliano, è quello della forma che è in grado di cambiare il corso della vita. Il posto che il protagonista ha nella società viene modificato da ciò che gli altri pensano di lui e, in seguito, cambierà irrimediabilmente la sua esistenza. Una società che lo deride e sbeffeggia. L'ambientazione del romanzo è la Roma dei salotti letterari, fatua e vana, subito pronta a malignare e denigrare. Sembra che l'autore ed i suoi personaggi mettano in moto un gioco di specchi. A tratti, le avventure raccontate sembrano essere autobiografiche. Inoltre, la scrittrice protagonista del racconto Silvia Roncella basa la sua poetica proprio su una scomposizione della realtà. Ad ispirare il racconto, la vita della scrittrice contemporanea all'autore ma più giovane di lui, Grazia Deledda, che si era trasferita a Roma dalla Sardegna in compagnia del marito. Un uomo che somigliava in tutto e per tutto a Giustino Boggiolo, il protagonista di questa novella. Si pensava che Grazia Deledda fosse stata lanciata nell'ambiente artistico e letterario romano anche grazie alla protezione di Ruggero Bonghi, il senatore che si occupò della stesura della prefazione del suo romanzo "Anime oneste" edito nel 1895. Non appena uscì, nel romanzo di Luigi Pirandello venne subita identificata la storia della scrittrice e ciò suscitò l'indignazione di entrambi. Tanto che Pirandello decise, proprio per questo motivo, di ritirare il suo romanzo nel 1911 uscito con il titolo di "Suo marito". Il romanzo può essere interpretato considerando due piani diversi. Uno è il contrasto tra la capitale e la cittadina piemontese in cui si svolge la seconda parte del racconto. Il secondo piano di lettura si riferisce, invece, al rapporto tra moglie e marito. Silvia non ha sposato Giustino mossa da nobili sentimenti ma soltanto dalla stima che nutre per lui.