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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2017
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Una storia avvincente.Due uomini così diversi che mai in altre circostanze si sarebbero mai incontrati. Dove l onore e la parola data sono più importanti della vita stessa. Sacha Naspini ci porta in un mondo lontano dal nostro pensare. Un mondo dove gli uomini sono più forti degli intrighi di potere.
Bellissimo libro di cappa e spada. Ed ottima ricostruzione romanzata della più che nota storia di Giovanni (de’ Medici) delle Bande Nere. L’abilità e la passione che l’autore impegna in questo libro sono da rimarcare per ritmo serrato dell’azione ed attenta ricostruzione dei fatti. Leggendolo, ci si ritrova coinvolti in un film di cruenti battaglie storiche. E leggendolo con attenzione, ci si immerge nella tragica confusione di un’Italia tardo medioevale che, forse, con la morte del Capitano Giovanni perde una delle migliori occasioni di redimersi, una volta per tutte, dal giogo dell’antica tirannide straniera. Narrazione semplice e diretta. Scrittura scorrevole. Dove i principali protagonisti del romanzo sono talmente ben descritti da renderne l’immagine come autentica; autentica e viva. A lettura conclusa si rimane increduli nel dover prendere atto di come, talvolta, le grandi Produzioni di Cinema e TV si scervellino nella ricerca di soggetti e copioni dal taglio avventuristico, tali, da intrattenere con il giusto pathos l’attenzione del pubblico. Arrivando ad “inventare” di sana pianta vicende d’armi dal sapore antico che, nel nome della fiction, sembrano provenire da un mondo ed una "mitologia" alquanto improbabili. Impietosamente, e colpevolmente, tralasciando accadimenti come questo, ovvero: vicissitudini di Storia vera (e di antica Storia Italiana in particolare), adattabilissime a ben più che lunghe serie filmate di stampo epico. Naspini ne traccia uno schema dalla ricostruzione e dalla sceneggiatura esemplari. C. Matar
Naspini racconta la vita di Giovanni falle Bande Nere attraverso gli occhi di Nicolò Durante, un sui soldato un po' alchimista, un po' negromante (ritrae glui auspici dalle serpi che porta avvolte al braccio e per questo è conosciuto come Il serparo). Se Giovanni è un personaggio relativamente semplice, ben più complesso è Nicolò, che osserva, partecipa con valore ai combattimenti, ma sembra sempre assorto nei suoi pensieri, quasi che per lui quella guerra che porta la morte servisse solo per avere di che vivere, non inseguendo certo sogni di gloria, tutto teso a dare risposte alla sua sete di conoscenza. Nel primo c'è il Rinascimento nella sua futura decadenza, nel secondo appare uno spiraglio di quell'illuminismo che si realizzerà ben più tardi. Si potrebbe dire che uno è la forza pura e l'altro è invece l'emblema della ragione. È intorno a loro due che si svolge la vicenda, in un mondo in cui si massacra con indifferenza e con altrettanta indifferenza si è massacrati. Spade contro picche, ma già prendono piede gli archibugi che uccidono senza che si veda il nemico negli occhi. Il mondo delle giostre e dei tornei è al suo crepuscolo e Giovanni dalle Bande Nere rappresenta l'ultimo sole, ancorché morente in una nebbiosa giornata di novembre. Senza enfasi, rifuggendo ogni retorica, razionale e imparziale Sacha Naspini ci accompagna in questa lunga cavalcata di fine epoca, e senza mai ergersi a giudice, grazie anche a una vena di pietà, ci fornisce l'immagine di un Giovanni de' Medici vivo e vitale come doveva essere, ma egoista e vanitoso, cattivo marito e pessimo padre, insomma questo gran diavolo, come era anche soprannominato, era solo un dio della guerra, incapace di reggere il peso della pace. Leggetelo, perché questo romanzo è bellissimo.
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