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Liberamente ispirato alla biografia di famiglia, La Grande A è un esordio narrativo sorprendente che racconta un pezzo dimenticato di storia italiana con una scrittura inventiva e spiazzante
Tutti dicono che la Mamma ha i grilli addosso, se li porta nelle tasche. Tutti dicono che sgobba come un uomo, che non ha saputo neanche tenersi una bottega di scarpette per neonati, che usa parole sconvenienti su cose che a Dio non piacciono, ride troppo. Tutti dicono che una donna col camion è come una capra in bicicletta.
Giada è una bambina considerata da tutti perennemente manchevole, troppo minuta, “una raganella”, che vive malvolentieri a casa degli zii in provincia di Milano. Da che sua madre se n’è andata per trafficare con camion, alcolici e bar nelle colonie italiane in terra d’Africa, Giada non pensa ad altro che a raggiungerla in quella che lei chiama “la Grande A”, una terra che immagina piena di meraviglie e di promesse. Ma una volta giunta ad Assab, una cittadina avvolta nell’arsura e nell’aria salmastra, la vita sembra ruotare solo intorno al piccolo bar che Adi gestisce fino a notte fonda, dove Giada fa molte nuove conoscenze: da Hamed, il garzone che non sa scrivere, a Orlando, il compagno della madre animato dalla retorica fascista vecchio stampo; dalla gazzella Checco, che vive in casa come un animale domestico, a Giacomo Colgada, un giovane italiano farfallone che sembra la copia di un attore del cinema. Ed è proprio con lui che inizia la vera storia di Giada: il matrimonio imposto da Adi, le insidie di suocera e nuora, la fortuna economica, il boom del Circolo Juventus di Addis Abeba, gli incredibili viaggi con la jeep nel deserto, i dolorosi chiaroscuri di Giacomo che obbligano Giada al continuo raffronto con una donna dura e intraprendente come sua madre.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo di incredibile maturità letteraria e tematica, opera prima di una giovanissima e promettente autrice. Lo stile letterario non è dei più facili, inizialmente si entra un po' a fatica nella vicenda. Alcuni personaggi e situazioni mi hanno ricordato "Caffè amaro" di Hornby. Grande personaggio femminile l'Adele, detta Adi; una storia familiare - peraltro tratta da spunti autobiografici dell'autrice - in cui a mio parere ancora una volta le donne dimostrano di saper prendere in mano le redini della vita a fronte di uomini insulsi.
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