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La recensione precedente è molto colta, ma alla fine resto dell'idea che il film non è un granchè. Riprende il tema classico dei poteri oscuri, del "sistema" che decide il destino del mondo da sconfiggere per autodeterminarsi, senza offrire niente di particolarmente interessante. C'è un buon cast e qualche discreta scena d'azione, ma poco di più.
"The Adjustment Bureau", l'esordio registico di George Nolfi, è una continua "transizione attraverso porte", idea non presente nella ventina di pagine del racconto di Dick ("Adjustment Team", "Squadra riparazioni", del 1954), e che invece pone a proprio rimando basilare, ancora una volta, l'apologo "Davanti alla [porta della] legge" contenuto ne "Il processo" di Kafka (scritto nel 1914 e pubblicato postumo). Per fortuna Nolfi derubrica l'angelologia sull'esempio di "The Mothman Prophecies": enti cosmici non così diversi da noi. E il nucleo del racconto è di rilievo assoluto: l'auspicio che il predeterministico destino della realtà fisica non sia antiprovvidenziale, bensì stia selezionando l'evento decisivo con cui il libero arbitrio diventi un falso problema poiché ci troveremmo auto/etero-vincolati a godere della massima felicità. È un argomento che trova ben poca trattazione e divulgazione nonostante andrebbe considerato d'importanza suprema. L'intreccio fra (pseudo)sci-fi, action movie e love story è accuratissimo: nessun effetto speciale in stile Scott senior, Verhoeven, Spielberg, Woo, Tamahori e altri hitech-maniaci (qui basta e avanza l'avere un cappello o il proteggersi vicino all'acqua, simboli del limite alla conoscenza predittiva e dell'eracliteo "panta rei" contrapposto al Piano nell'accezione di fatalistica immutabilità), la trama è movimentata quel tanto da non ridurre l'esistenza a psicologismo, l'amore è vissuto di coppia come scommessa sul valore aggiunto dell'interazione romantica ed erotica: rapporto sentimental/sessuale con risonanza superadditiva. Il cast difetta a causa d'un Matt Damon inquartatosi al punto che il film ironizza sul suo collo e per una Emily Blunt col physique du rôle adatto solo a personaggi negativi tipo in "Il diavolo veste Prada". Ulteriore difetto è il tono narrativo scelto, troppo spesso da commedia leggera quasi per smorzare la drammaticità del tema affrontato. Comunque un'opera prima quantomai incompresa e sottovalutata.
Recensioni
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Un thriller di classe per scrutare cosa c'è dietro a un amore splendido
Trama
David Norris, un giovane uomo col vizio della politica, è candidato alla carica di senatore nello stato di New York. In vantaggio sul suo giurassico avversario, David punta tutta la sua campagna sulla freschezza dei suoi pochi anni e su uno spiccato talento oratorio. Ma una foto goliardica, pubblicata intempestivamente dalla stampa, compromette la sua vittoria, assicurandogli nondimeno la simpatia, la fiducia e il voto di Elise, una ballerina promettente incontrata per caso nel bagno degli uomini.
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