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La guerra non ha un volto di donna. L'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale - Svetlana Aleksievic - copertina
La guerra non ha un volto di donna. L'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale - Svetlana Aleksievic - 2
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La guerra non ha un volto di donna. L'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale
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La guerra non ha un volto di donna. L'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale - Svetlana Aleksievic - copertina
La guerra non ha un volto di donna. L'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale - Svetlana Aleksievic - 2

Descrizione


Se la guerra la raccontano le donne; se a farla raccontare è Svetlana Aleksievic; se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando sono corse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore, allora nasce un libro come questo

22 giugno 1941: l'uragano che Hitler ha scatenato verso Est comporta per l'URSS la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di Mosca. Centinaia di migliaia di donne vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea e carriste, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte. Attraverso un lavoro di anni e centinaia di conversazioni e interviste, l'autrice ha ricostruito il volto della guerra al femminile, che ''ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue''.
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Dettagli

2017
Tascabile
30 agosto 2017
464 p., Brossura
9788845293924

Valutazioni e recensioni

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Ania
Recensioni: 5/5

Dal taglio prettamente giornalistico narra dei sogni, dei valori e della visione della vita di una intera generazione di donne che hanno combattuto per difenderli sacrificando spesso se stesse. Libro coinvolgente che apre gli occhi su vicende storiche e su un popolo di cui spesso non si sa molto.

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Rosanna
Recensioni: 5/5

Quando a raccontare la guerra è una donna, ogni minimo dettaglio assume la sua importanza. Questo titolo, come tutta la produzione della Aleksievic, è stato bandito in Bielorussia a seguito dei contrasti tra l'autrice ed il presidente Aleksandr Lukasenko: la Aleksievic è tornata a Minsk dopo dodici anni all'estero. La guerra non ha un volto di donna è un documento storico, una raccolta delle numerose testimonianze di donne sovietiche che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale. Perché sì, anche le donne hanno avuto la loro parte nel conflitto, e non solo come infermiere: a parlare sono addette alle comunicazioni, carriste, aviatrici, tiratrici scelte, partigiane, donne che hanno sofferto tanto quanto gli uomini ma che una volta tornate dalla guerra hanno dovuto affrontare la dura realtà dell'emarginazione. Sono state costrette al silenzio dalle stesse famiglie, perché chi mai avrebbe voluto sposarle sapendo che erano state in guerra? Donne con invalidità che hanno trascorso il resto dei loro giorni in case famiglia, che non hanno potuto avere figli, costrette a tacere la loro esperienza mentre gli uomini venivano decorati per gli stessi sforzi. Quello della Aleksievic è un libro estremamente doloroso ma necessario, con cui l'autrice si ripromette di restituire a queste donne ciò di cui sono state private: la voce.

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patrizia b.
Recensioni: 4/5

Il mio voto è solo quattro perché il libro è troppo pieno di cose e deve necessariamente essere preso in più dosi (le mie tre, quelle degli altri non so), ed è di un interesse altissimo. Noi in Europa non abbiamo avuto donne-soldato combattenti arruolate(non infermiere, autiste dei generali o altro, ma pilote, artigliere, sanitarie che andavano sul campo a raccogliere morti e feriti, anche se talvolta si stava ancora combattendo), in un numero tale che forse non riusciamo nemmeno a comprendere. L'autrice ne ha raccolto i ricordi attraverso molti anni di interviste e ne viene fuori un ritratto umanissimo di chi a Stalingrado vede un fiorellino e si commuove o di chi parla dei bambini lasciati alla nonna, della fede di partito che le spingeva (sembra impossibile, ma risulta vero). E poi si racconta anche del trattamento che hanno ricevuto dai compatrioti finita la guerra. Libro consigliatissimo insieme a "Vita e Destino", vecchio romanzo di Vasilij Grossman. Si completano a vicenda.

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Conosci l'autore

Svetlana Aleksievic

1948, Ivano-Frankivs'k (Bielorussia)

Giornalista bielorussa Premio Nobel per la Letteratura nel 2015. Per molti anni ha raccontato ai suoi connazionali gli eventi più importanti dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo. Su ognuno di questi eventi ha pubblicato anche libri, e le sue opere sono state tradotte in molte lingue, valendole fama internazionale. Esiliata dal suo paese su comando del Presidente Lukasenko, vive a Parigi.In Italia sono usciti alcuni dei suoi scritti, tra cui Preghiera per Chernobyl (e/o edizioni, 2002, vincitore del Premio Sandro Onofri per il miglior reportage narrativo) sulle vittime della tragedia nucleare, Ragazzi di zinco (e/o edizioni, 2003) sui reduci della guerra in Afghanistan, Incantati dalla morte (e/o edizioni, 2005) sui suicidi in seguito al crollo dell’URSS, Tempo...

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