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Calati in un paese, la Nigeria, dalle tradizioni molto lontane dalle nostre, i lettori possono immedesimarsi nella realtà claustrofobica che la protagonista si trova ad affrontare: quella di un padre padrone che tiene in scacco la famiglia per via del suo fanatismo religioso quasi estremo. Con una scrittura asciutta e d’impatto, la Adichie ci regala uno spaccato di vita autentico, quasi riuscendo a farci percepire gli odori e i colori che descrive. Definirei “l’ibisco viola” un romanzo di formazione e sento di doverlo consigliare a tutti per una sensibilizzazione ad ampio spettro sulla violenza domestica e sul fanatismo e per avvicinarsi un po' di più a Paesi dai costumi così diversi dai nostri.
Avrei voluto leggere questo libro da adolescente. Avrei voluto passare le notti a leggerlo e saltare le lezioni all'università per sapere come andrà a finire... Avrei voluto discuterne con i miei amici, parlarne durante le pause pranzo, consigliarlo a leggere a tutti che considero dei grandi lettori. Invece lo letto adesso, da adulta e sopratutto da mamma. Leggendo avevo ansia di arrivare alla fine. Avevo paura. Ero furiosa, mi chiedevo spesso "come sia possibile???", piangevo... Adesso vorrei che lo leggessero i miei figli. Vorrei che intuirono la crudeltà del mondo nella sua indifferenza e la bellezza della vita, capirono che basta poco per essere felici, ma che vivere felici è un'arte e sopratutto che imparano a ribellarsi all'ingiustizia.
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