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Anno edizione: 1992
Anno edizione: 2017
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Alla fine del 1992, complice il periodo festivo e la relativa necessità di immettere qualcosa di nuovo sul mercato, la Geffen decide di pubblicare una raccolta di pezzi inediti o difficilmente reperibili dei Nirvana, in quel momento la prima fonte di reddito dell'etichetta discografica grazie allo straordinario successo di Nevermind (1991). Spremendo fra gli archivi della Sub Pop, precedente etichetta della band, e fra le registrazioni non sfruttate fino a quel momento dal gruppo, ecco che viene messo insieme Incesticide, titolo assolutamente cobainiano nel suo gioco di parole disturbante fra insetticida e incesto. Si tratta di ben 15 brani di varia estrazione e ispirazione, fra i quali svettano il singolo Sliver - poi diventata una hit assoluta della band -, una manciata di cover dall'esecuzione grandiosa (Molly's lips e Son of a gun dei Vaselines, Turnaround dei Devo), una curiosa autorilettura (Polly new wave, ovverosia la versione punk della ballata Polly nell'album precedente) e alcuni pezzi che i Nirvana in seguito continueranno a portare volentieri in giro dal vivo come Aneurysm, Dive o Been a son. Se la prima parte dell'album è più pop, o comunque più chiaramente incentrata sullo schema classico strofa-ritornello, la seconda è indubbiamente più rumorista e arrabbiata, con eccessi di sperimentazione in tracce come Hairspray Queen o Aero Zeppelin. Il risultato nel complesso è un disco eterogeneo, ma assolutamente all'altezza della fama dei Nirvana.
In Incesticide sono presenti alcuni singoli e rispettivi lati B, cover, rivisitazioni o riproposizioni di alcune canzoni già presenti su disco ufficiale e persino un inedito. Dal presente disco emerge la grande duttilità che questa formazione ha sempre avuto nelle proprie corde, un gruppo che è tutto tranne che esclusivamente improntato al comporre “canzonette” per rallegrare l’ascoltatore di turno. Pur non quotandosi ai livelli dei full length . Incesticide contiene alcune perle di notevole valore: stiamo parlando delle conclusive Big Long Now ed Aneurysm.
Poco da aggiungere alla recensione di Alberto, con cui concordo pienamente: nonostante questo sia il disco di minor successo commerciale dei Nirvana, resta comunque estremamente rappresentativo della loro musica soprattutto nelle fasi iniziali della loro carriera, quando i testi forse lasciavano un po' a desiderare, ma i riff erano ruvidi e graffianti in pieno stile grunge. Un album comunque imprescindibile anche per singoli bellissimi, quali Sliver e Aneurysm.
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