Into the Mystic

«I musicisti non possono davvero inventare nulla di completamente nuovo - dice il giovane pianista di origine austriaca David Helbock - Quello che possiamo fare è prendere le idee e aggiungere qualcosa di noi stessi. Quando le cose funzionano bene, il risultato è qualcosa di veramente eccitante». Helbock appartiene alla generazione di musicisti jazz che sono alla ricerca di una propria voce, allargando i confini del jazz e cambiando radicalmente la concezione di ciò che è vecchio e nuovo. «Oggi i musicisti jazz spesso partono da canzoni pop come punto di partenza - dice Helbock - Parlando francamente, non mi importa quello che si interpreta, che si tratti di pop, musica classica, world music. Ciò che conta è quello che ne facciamo». In questo suo primo album per l’etichetta ACT, intitolato “Into the Mystic”, Helbock si basa su una vasta gamma di fonti di ispirazione che ripercorrono il suo percorso artistico e di vita. Helbock ha iniziato lo studio del pianoforte a sei anni e a dodici anni ha frequentato il suo primo seminario di jazz. Successivamente si è diplomato in pianoforte classico prima di approfondire lo studio del jazz col pianista Peter Madsen. «E' stato folle, lui era perfetto per la mia formazione jazz, arricchendomi con ogni stile musicale che si possa immaginare, ma anche con l'arte e la filosofia». Da quel momento Helbock ha iniziato un’intensa produzione e ha registrato più di dieci album con diverse formazioni, facendosi notare in particolare con il suo Trio Random/Control. In questo album il pianista tira le fila della sua crescita artistica e per farlo chiede il supporto di Raphael Preuschl, con il suo raro ukelele basso, e il batterista Reinhold Schmölzer. Il tema dell’album è una variegata indagine su tutti i tipi di mitologia, dalle dèi dell'antica Grecia, alla cosmologia terrestre, passando una moltitudine di ispirazioni letterarie, cinematografiche (in particolare Star Wars) e musicali.