L' isola del giorno prima

È un naufrago al contrario quello di Eco, nel suo romanzo L’isola del giorno prima. Un epico viaggio nella mente di un uomo del XVII secolo e delle sue erudite conoscenze “naufragato” su una nave almeno in apparenza deserta, ma ricca di sorprese. La trama, incentrata sul curioso e mai troppo sfruttato tema della navigazione e della longitudine, racconta l’agognata speranza di trovare il modo di lasciare la nave alla deriva per raggiungere la terraferma, tra i ricordi di un passato lontano e episodi di vita più recenti, tra cruda realtà e fervida immaginazione. Un trattato di filosofia calato in un epoca, quella del racconto, ormai lontana, alimentato da un contrasto dialettico che ci aiuta ad analizzare un tema evergreen, quello della strenua lotta per la sopravvivenza contro i dogmi dell’epoca innanzitutto, e contro gli elementi di una natura tanto incantevole quanto spietata.

Per chi ama Eco, il suo saper ricostruire il clima storico in cui ambienta i suoi romanzi , questo è uno dei migliori, se non il migliore romanzo che ha scritto. L'ho riletto più volte, sempre con grande piacere.

Se questo è un libro inutile, Galileo, Leibnitz e Newton hanno vissuto invano. E mi intristice vedere come ormai la Letteratura debba travestirsi da entertainment e passare per i multisala per essere apprezzata. Ogni capitolo del romanzo mi portava a fare ricerche, a studiare la storia della scienza o a confutare, in immaginari dibattiti le tesi prtate avanti ora dall'uno ora dall'altro dei personaggi che animavano la narrazione. Un racconto senza storia? Può darsi. Ma se volete un'avventurina guardatevi il DVD Castaway. Questo è ben altro.