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“The Jacket” è un thriller fantascientifico, con qualche venatura sentimentale, del 2005 diretto dal regista inglese John Maybury – già famoso per la regia di molteplici cortometraggi e videoclip della cantautrice irlandese Sinéad O’Connor –, liberamente ispirato al romanzo “Il vagabondo delle stelle” di Jack London del 1915. La regia del film è ottima, così come il soggetto e la sceneggiatura. Buone anche la fotografia, la scenografia, gli effetti speciali e le musiche. Bravissimi i protagonisti: Adrien Brody in stato di grazia, Keira Knightley abile, convincente e bella. Ma bravi sono anche gli altri interpreti: Jennifer Jason Leigh, Kris Kristofferson, Daniel Craig, Kelly Lynch, Laura Marano e il compianto Brad Renfro. Trama avvincente e coinvolgente, che, a mano a mano che il film procede, si fa sempre più intricata senza però mai annoiare; difficilmente spiegabile in poche parole: si tratta della storia di un militare che, reduce dalla guerra del Golfo, sofferente di amnesia post-traumatica a causa di una ferita alla testa, dopo aver aiutato una madre con la sua figlioletta rimaste in panne sulla strada con l’automobile, viene accusato dell’omicidio di un poliziotto e rinchiuso in un manicomio criminale. Quivi sarà sottoposto ad una cura sperimentale a base di psicofarmaci… Questo, stringatamente, il prologo del film… “The Jacket” lo avevo visto un paio di anni fa sulle reti Mediaset ed era stato una gradevolissima sorpresa. Acquistato perciò in dvd (visto che non esiste una versione italiana in blu-ray), a un prezzo irrisorio. Qualità video e audio più che buone, con qualche contenuto speciale. Consigliatissimo a tutti, ma, in particolar modo, diciamo così, a chi ama i film che trattano pure di viaggi nel tempo…
film visionario,impressionista, probabilmente di difficile interpretazione alla prima visione ma sicuramente di forte impatto emotivo. Consiglio vivamente la pellicola agli amanti dei film alla "Memento", "Irreversible dove la storia è narrata su più piani che si intrecciano. Da Vedere!
Producendo The Jacket(ovvero la camicia di forza),la coppia Clooney-Sodenbergh non aggiunge niente di nuovo al genere dei cosiddetti film da viaggio nel tempo.Filone ultrainflazionato in cui il tempo si mescola con la cognizione della realtà percepita.Sarà l'influenza lynchiana degli ultimi anni(ma il Merry-Go-Round di Rivette dove lo mettiamo?),sarà il successo del polpettone Donnie Darko,ma Hollywood -si sa- quando c'è da calvacare un'onda,beh non si esime mai dal farlo.(Notizia di queste settimane è il progetto per il quarto capitolo di Ritorno al futuro.)Così ci si ritrova dinnanzi ad un film ben diretto da John Maybury, tuttavia non poi così originale.Il reduce di guerra Jack Stark è sottoposto a cure cliniche sperimentali in un ricovero per matti stile Qualcuno volò sul nido del cuculo(che ci balza in mente soprattutto nella sequenza della sommossa durante la seduta di gruppo).Qui dovrà curarsi dallo stato confusionale certamente procuratogli dall'atroce esperienza bellica in Iraq (1991) -e siamo sulla falsariga di Allucinazione perversa.Qui è"condannato"a guarire da un tribunale che l'ha assolto da un omicidio per infermità mentale.È già morto una volta,a 27 anni -asserisce il protagonista con una voce off a inizio film.Ma la morte non è cosa da accettare così alla leggera, specie se consci del fatto.... che si è già morti! Quindi torniamo indietro, nel nostro corpo,e poi andiamo avanti,fino al 2007 e cerchiamo di scoprire come sono morto la prima(o la seconda?)volta.Un viaggio nel tempo attraverso le proprie turbe psichiche(come già l'australiano The Butterfly Effect ha fatto...?),in una centrifuga gratuita di flashback e flashforward.[...]Un filmetto che è sembrato più che altro il solito compitino da fare a casa, con lo scopo magari di far aderire i più suggestionabili spettatori dalle vedute temporal-esistenzialiste alla schiera degli eletti che lo avrà apprezzato e poi incoronato "cult" solo perchè solo perchè non ci hanno capito un'emerita acca!
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