Il materiale che Christopher Tolkien, figlio terzogenito di John Ronald Reuel Tolkien ed esecutore testamentario scelto dal padre, ha dato alle stampe in oltre tre decenni, a partire dalla versione de Il Silmarillion (1977), quattro anni dopo la morte dell'autore, è enorme: è incredibile quanto materiale il caro Tolkien sia riuscito a scrivere (ma non a pubblicare), una quantità così alta che ancora non siamo giunti alla fine e che il figlio Christopher sta attualmente continuando a catalogare e a ordinare per darlo alle stampe. Quindi oggi è grazie a Christopher che abbiamo la possibilità di poter leggere (e che goduria) Il già citato Silmarillion, una sorta di Bibbia della Terra di Mezzo, I figli di Hurin (una storia che ci descrive la prima Era della Terra di Mezzo e che ha molte somiglianze, tra l'altro, con la Leggenda di Sigurd e Gudrun), Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Edizioni Mediterranee, 2009), Racconti perduti, Racconti ritrovati, Racconti incompiuti e tanta altra roba. E tra queste perle inedite pubblicate dopo la morte di Tolkien fino ad oggi, possiamo ritrovarci tra le mani il non meno importante, rispetto a Il Signore degli Anelli, La Leggenda di Sigurd e Gudrun, che ci svela l'altra faccia di Tolkien, dai più ignorata o sconosciuta da quella del Tolkien narratore, ovvero quella del Tolkien studioso, medievalista, filologo e mitologo. Egli ad un certo punto della carriera universitaria entrò in contatto con E.V. Gordon, esattamente nel 1922, col quale scoprirà l'epica medievale studiando il Sir Gawain and the Green Knight, che riprese tale poema in inglese moderno pur effettuandone una versione poetica straordinaria.
La leggenda di Sigurd e Gudrun. Testo inglese a fronte
Alle saghe nordiche, e in particolare al ciclo di Sigurd e di Gudriin, si rifa il narratore inglese ispirandosi all'"Edda", alla "Canzone dei Nibelunghi" e alla "Saga dei Volsunghi". Ecco allora susseguirsi prima le eroiche e tragiche avventure di Sigurd, l'uccisore del drago Fafnir che custodisce l'oro dei Nibelunghi, sino alla conquista della valchiria Brynhildr che Sigurd risveglierà dal suo sonno magico per poi inoltrarsi sul sentiero di un terribile destino sposando Gudrun. E quindi la storia della stessa Gudrun, inconsolabile vedova di Sigurd, di cui seguiamo, con tutta la suspense che l'epica autentica sa suscitare, la personale storia di vendetta che ricorda una tragedia greca trasporta nel Nord Europa. Una storia che passa attraverso il matrimonio con il malvagio re degli Unni, Atli attirato da Gudrun in una vera e propria trappola mortale. Un poema che affonda le sue radici nelle antichissime epopee mitiche della tradizione occidentale restituendocene l'afflato inconfondibile insieme a una sensibilità fantastica del tutto contemporanea, che da più di mezzo secolo continua ad affascinare lettori di ogni nazione e di ogni età.
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Lorenzo Severini 06 maggio 2016
Ho letto i due scritti più famosi di Tolkien (Lo hobbit e Il signore degli anelli) ed entrambi mi hanno lasciato senza fiato; quasi per caso mi sono ritrovato questo libro sotto gli occhi e subito l'ho acquistato, non sapendo cosa aspettarmi. È stato il mio primo avvicinamento alla mitologia nordica ed è stato fantastico. Il lavoro lavoro compiuto da Tolkien (e da suo figlio) è immenso e consente al lettore di immergersi a pieno nello scritto della antica mitologia prima, e di capire molti passaggi e riferimenti poi, spigati dall'ottimo lavoro del figlio di Tolkien. In sostanza, lo consiglio a tutti, come primo approccio alla mitologia nordica è perfetto.