La lezione del maestro

Le atmosfere sono quelle jamesiane, i personaggi ben tratteggiati, in più un tema caro all'autore, quello della scrittura. Può uno scrittore amare, prender moglie, occuparsi della prole e Scrivere? Il Maestro mette in guardia il giovane esordiente da pericoli quali mancanza di tempo, poca concentrazione, impossibilità di isolarsi. Gradevole il gioco dei ruoli.

Quando la letteratura parla di se stessa, come avviene in questo breve romanzo, ci vogliono tutta l'eleganza stilistica e l'abilità nell'analisi psicologica di un maestro come Henry James per non arrivare ad un risultato stucchevole e deludente. Ecco il verso Maestro e lui e l'incantesimo qui accade. E quanta sottile ma affascinante ambiguità nella sua narrazione! Una lettura consigliata soprattutto agli appassionati di scrittura e di arte in generale, perché è di questo che si parla: delle motivazioni profonde che inducono l'uomo a cimentarsi, talvolta con enormi sacrifici, nella creazione artistica e letteraria alla ricerca di una perfezione che sembra spostarsi sempre un passo più in là.

"La sensazione di aver fatto del proprio meglio - la sola sensazione che renda vivo l'artista in assenza della quale egli avvizzisce, la sensazione di aver saputo trarre dal suo strumento intellettuale la musica più bella che la natura vi abbia celato, di averlo suonato come andava suonato. O ce la fa o non ce la fa, e se non ce la fa non vale la pena parlare di lui. Se è così, chi è davvero in grado di capire non parla di lui affatto." Il lamento di un genio irrimediabilmente ferito dagli effetti collaterali della fama, dalla scelta di vivere secondo i piaceri mondani e seguendo le convenzioni sociali che lo volevano marito e padre e secondariamente artista in funzione dei primi due. Mr. Henry St. George cala la propria maschera di intellettuale gentiluomo la cui apparentemente inesauribile creatività lo ha portato a raggiungere altissimi meriti letterari, confessandosi davanti al protagonista del racconto, giovane scrittore in erba totalmente soggiogato dalla propria venerazione cieca nei confronti del grande letterato. Questi metterà il giovane in guardia, lo supplicherà di preservarsi dall'autodistruzione che abbandonarsi all'amore può comportare per un artista. Lo spronerà a fare dell'arte la propria moglie, amante, compagna quasi ritirandosi a vita ascetica per preservare la purezza della propria missione. Il Maestro sentendosi ormai nel pieno decadimento della propria parabola, rassegnatosi a vivere all'ombra dei passati fulgori del proprio genio, in qualche modo vedrà nel giovane promettente protagonista un suo papabile erede, qualcuno che possa continuare a portare la fiaccola da lui abbandonata a suo tempo quando decise di asservire la propria arte al sostentamento della propria famiglia e non più solamente a se stesso.