(Natchez, Mississippi, 1908 - Parigi 1960) scrittore statunitense. Autodidatta, emigrò ragazzo a Chicago, dove esercitò vari mestieri. Nel decennio 1930-40 aderì al comunismo; ne uscì nel 1942, spiegando le motivazioni della sua scelta nel lucido saggio Ho tentato di essere comunista (I tried to be a communist, 1942, nt). Costretto a un crescente isolamento dal suo rifiuto a lasciarsi strumentalizzare dalla propaganda anticomunista, nel 1947 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con gli intellettuali francesi, in particolare con J.-P. Sartre e gli esistenzialisti, e con gli esponenti dei movimenti africani per l’indipendenza. Amareggiato per gli attacchi dei sostenitori del maccarthismo, da un lato, e dei giovani scrittori neri, che vedevano in lui soltanto un superato scrittore di «protesta», dall’altro, rimase fedele fino alla morte al proprio credo radicale.W. esordì nel 1938 con i racconti I figli dello zio Tom (Uncle Tom’s children), cui nel 1940 seguì Paura (Native son), romanzo di visionaria potenza, ingiustamente letto come tardo prodotto del naturalismo americano. Nella vicenda drammatica del protagonista Bigger Thomas, violento in una società violenta, W. traccia uno dei primi ritratti di eroe esistenziale della letteratura contemporanea: facendo propria la decisione assassina a cui è stato spinto dal meccanismo del rapporto tra bianchi e neri, Bigger trova nel fatto compiuto una prima spinta all’autocoscienza. Dopo l’autobiografico Ragazzo negro (Black boy, 1945), storia di una vocazione nata nella prigionia fisica e psichica del ghetto, che ebbe una continuazione in Fame americana (American hunger, uscito postumo nel 1977), W. si volse al romanzo di idee in Ho bruciato la notte (The outsider, 1953) e all’indagine psicoanalitica in Ma nel settimo giorno (Savage holyday, 1954), senza saper rinnovarsi; in Potenza nera (Black power, 1954) e La barriera del colore (The color curtain, 1956) tentava una mediazione tra la cultura occidentale e quella dei paesi del terzo mondo. La pubblicazione postuma dell’opera prima di W., Ghetto negro (Lawd today, 1963), ha riaperto la polemica mai spenta sul ruolo di W. come maestro della narrativa afroamericana, il primo a trattare il grande tema della sopravvivenza dell’americano nero in un mondo di bianchi.