Imre Széchényi (1825-1898): Six romances (La cendrillon; Si j’étais petit oiseau; Aubade; S’il l’avait su; Maudit printemps; À une femme; Le rosier); Das Blatt im Buche; Vorbei; Komm, o Nacht; Là Bas; Waldeinsamkeit; Nachtgruß; Der Gefangene; Erster Schnee; Ja Winter war’s; Die Lerchen; Bölcsődal; Der träumende See; O komm’ in mein Schifflein; Il Ritrovo in Mare; Es fällt ein Stern herunter.
Lieder dimenticati di un compositore cosmopolita Imre Széchényi si dedicò alla composizione per gran parte della sua vita, anche se in realtà non gli mancavano di certo le cose da fare. Dopo aver portato a termine diverse missioni diplomatiche a Roma, Stoccolma, Bruxelles, Parigi e San Pietroburgo, Széchényi venne inviato nella città imperiale di Berlino a rappresentare gli interessi degli Asburgo come ambasciatore dell’impero austro-ungarico. La celebre Alleanza dei Tre Imperatori promossa da Bismarck porta in calce la firma di Széchényi, che ricoprì una primaria importanza anche nella Conferenza di Berlino che definì la spartizione del Congo. La sua vasta esperienza internazionale trova conferma nelle sue opere vocali, che è possibile ascoltare di nuovo dopo oltre un secolo di assoluto oblio in questo disco di sorprendente bellezza della MDG. Széchényi trascorse molti anni della sua giovinezza alla corte imperiale di Vienna e nel corso dei suoi numerosi viaggi ebbe sicuramente la possibilità di stringere parecchie amicizie importanti, tra cui con Johann Strauss e Franz Liszt, due musicisti che inserirono più volte nel programma dei loro concerti qualche brano del loro amico diplomatico. Più in particolare, Strauss gli dedicò alcune delle sue opere e Széchényi prese accordi con Liszt per aprire un’accademia musicale a Budapest. L’amore viscerale che Széchényi provava per la sua patria trova piena espressione nei suoi lavori basati su testi in ungherese, un genere che non era affatto di moda nel periodo in cui vennero scritti. In Le rosier al soprano e al pianoforte si aggiunge lo czakan, un fatto che ci offre una rara possibilità di ascoltare questo flauto magiaro unico nel suo genere, concepito come un bastone da passeggio con l’imboccatura nel manico. Inoltre, Széchényi utilizzò per le sue opere vocali testi in francese, in tedesco e in italiano. Nella produzione di Széchényi il romanticismo rivestì una grandissima importanza, grazie ai versi di poeti del calibro di Eichendorff, Heine e Uhland. In particolare, Széchényi dedicò Der Gefangene su testo di Franz Schubart a un suo amico che era stato imprigionato nel corso della repressione che aveva posto fine all’effimera rivoluzione ungherese – una scelta decisamente coraggiosa, che non impedì all’imperatore Francesco Giuseppe di insignire Széchényi del prestigioso titolo di Cavaliere del Vello d’Oro. Accompagnati da Helmut Deutsch sul venerando Steinway D Manfred Bürki, Katharina Ruckgaber e Jochen Kupfer riportano questi bellissimi brani a nuova vita. Sia nei duetti sia nelle pagine solistiche, le fascinose qualità del linguaggio musicale di Széchényi ci invitano a scoprire elementi familiari in dettagli sorprendenti. Gli audiofili dai gusti più esigenti e gli appassionati di rarità musicali troveranno sicuramente pane per i loro denti in questo SACD ibrido realizzato con la massima cura, che rappresenta il vertice dell’attuale tecnica di registrazione.
Leggi di più
Leggi di meno