Lizzie

Lizzie ha il potere di tenerti avvinghiato alle pagine, al racconto, al delirio progressivo e inesorabile. Meraviglioso.

Dopo un inizio accattivante e inquietante quello che vorrebbe essere un thriller psicoanalitico si sgonfia e delude. Al centro del romanzo ci sono la Lizzie del titolo, con le sue molteplici personalità, e il percorso di cura che intraprende affidandosi al dottor Wright. Purtroppo, a parer mio, il ritmo latita; la scelta di alternare capitoli con la narrazione in terza persona ad altri con i resoconti medici dell'analista è decisamente infelice perché, invece di creare un montaggio alternato che stimoli la curiosità del lettore, dà vita a blocchi monolitici piuttosto pesanti. Ho trovato insoddisfacente e inconsistente lo scioglimento finale. A chi sia interessato al tema delle personalità dissociate mi sento di consigliare non questo libro ma il classico "Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr. Hyde" di Stevenson e il complesso e stratificato "L'altra Grace" di Margaret Atwood.

Ho amato questo libro tantissimo perchè riesce a parlare di un argomento molto interessante, ovvero il disturbo della personalità multipla, da più punti di vista: quello medico, quello della visione esterna e infine quello della protagonista stessa affetta dalla patologia. Elizabeth ha un io disgregato: dentro di lei si agitano varie personalità distinte, e tutte stanno cercando di uscire.. Lo stile con cui l'autrice riesce a narrare la vicenda è ricco di suspense, ma suprattutto è capace di capovolgere la situazione e portare il lettore ad avere idee completamente diverse da quelle iniziali..