Luna piena

L'esordio di Chabouté nell'ambito del nuovo fumetto francese è avvenuto nel 1993 con le Editions Vent d'Ouest per le quali l'autore ha partecipato all'antologia Les Récits dedicata ad Arthur Rimbaud, ma è solo dal 1998 che le sue opere cominciano a diffondersi nel panorama fumettistico internazionale (segnaliamo, per la stessa casa editrice italiana, il volume Zoe). Luna piena è un'indagine lucida e sarcastica della vocazione all'efficentismo e all'assistenzialismo dello stato francese, messa ironicamente a confronto con i piccoli egoismi e le fobie della borghesia di provincia; quest'ultima, infatti, viene stigmatizzata in tutti i suoi cliché xenofobi e reazionari, proprio attraverso la figura di un impiegato agli sportelli della previdenza sociale. L'uomo è inoltre un concentrato di arrivismo servile, volgarità gratuita e misoginia da bar, e gli ambienti, come i personaggi, sono tratteggiati in un bianco e nero volutamente minimale e deformante. All'inizio della storia, una giornata come tante si chiude sul posto di lavoro del nostro "non-eroe", mostrandone la cieca insipienza e l'inveterata prepotenza nei confronti degli utenti bisognosi, ma la consegna di una semplice lettera per compiacenza a un superiore (stratagemma di Kafkiana memoria), trasformerà la tranquilla serata telecalcistica del protagonista in una notte da incubo. Gradualmente e con meccanica precisione, l'impiegato attraverserà tutti i livelli dell'abiezione e dell'emarginazione sociale da lui tanto disprezzati, in una sorta di nemesi forse non del tutto accidentale...

Iole Cilento