I'm Ready Now

Alap; Goodwill; Shabalgoo; Take Care of Yourself; I’m Ready Now; Invocation; Revengence; Goodbye Glasgow; With A You
«In quanto direttore artistico del primo corso di jazz attivato dal Royal Conservatoire of Scotland, sono davvero felice di presentare questo disco, che vede protagonisti i migliori diplomati del secondo anno. Il jazz è un genere molto serio, che può aiutare a comprendere meglio qualunque altra opera musicale. Ogni musicista disposto ad adottare nel suo stile esecutivo qualche elemento improvvisativo può affrontare in maniera stimolante e creativa anche i capolavori di tutti gli altri generi. Ovviamente ci vuole una buona quantità di talento e di perseveranza, a cui bisogna aggiungere fantasia, impegno e forza d’animo. Oggi sembra quasi incredibile che fino a non molti anni fa gli allievi scozzesi di jazz fossero costretti a lasciare il loro paese per proseguire gli studi. Prima del 2009 nessuna scuola e conservatorio scozzese aveva attivato corsi di jazz, al di là di qualche sporadico seminario. Questo primo corso articolato e di ampio respiro può legittimamente vantarsi di aver creato i presupposti per far cessare questo esodo di musicisti scozzesi appassionati di jazz dal loro paese. Grazie a questo corso di quattro anni, impegnativo ma anche molto gradevole, Utsav, Jay, Chris, Jonathan, John e Scott hanno affinato moltissimo il loro talento individuale e maturato la capacità di fare parte di un ensemble jazz. In questo disco questi bravissimi musicisti presentano al pubblico il frutto dei loro studi eseguendo una bella antologia di brillanti brani originali, che riflettono in maniera evidente le loro personalità artistiche. Inoltre, queste splendide pagine esprimono anche le loro tendenze stilistiche, le loro aspirazioni e le loro ambizioni all’inizio di quelle che tutti noi ci auguriamo siano carriere luminose e illuminanti viaggi nell’esaltante mondo del jazz. Due studenti del master, Phil e Alan, si esibiscono anche nella doppia veste di compositori e di improvvisatori. Come si può notare fin dal primo brano di questo disco, il loro futuro è sicuramente roseo. Un futuro che si chiama jazz» (prof. Tommy Smith).