Per chi è appassionato dei romanzi sul Commissario Maigret non è una sorpresa leggere un ottimo giallo, essere completamente assorbiti dalla atmosfera che Simenon riesce a creare in pochi tratti. In questo romanzo si ritrova Lognon, “il piagnone” che già in un altro romanzo aveva fatto capolino, ma la vera particolarità è la parte attiva che ha la Signora Maigret. Finalmente anche lei partecipa in prima persona alla storia, sotto lo sguardo bonario del marito!
Maigret e il fantasma
Ma perché mai proprio all'ispettore Lognon, detto dai colleghi il Lagnoso - lo Jellato da Maigret -, uno che non è mai riuscito a ottenere una promozione, che ha il raffreddore tutto l'anno e quando torna a casa deve pure occuparsi di una moglie ipocondriaca e vessatoria; perché proprio a lui hanno sparato due colpi di pistola lasciandolo quasi moribondo davanti a un palazzo di avenue Junot? Quando apprendono che in quel palazzo, da una decina di giorni, lo Jellato andava tutte le sere, e che trascorreva la notte con una tale Marinette, signorina di bell'aspetto di professione estetista, Maigret e il giovane Lapointe non possono che sgranare gli occhi e scambiarsi uno guardo interdetto. Possibile? I poliziotti non sono stinchi di santo, d'accordo, ma uno come Lognon... Alla portinaia, che si è precipitata a soccorrerlo, lo Jellato ha sussurrato una sola parola: "Fantasma...". Che così, a naso, non pare un indizio decisivo, anzi, sembra quasi una beffa. Come se non bastasse, della Marinette in questione non vi è più traccia: la ragazza sembra scomparsa nel nulla. Muovendo da questi pochi elementi, mentre Lognon rimane sospeso tra la vita e la morte nel suo letto di ospedale, il commissario cercherà di dipanare una matassa alquanto intricata. Che lo porterà a far luce su una losca vicenda di falsari e di ricattatori, di cui l'ispettore aveva cominciato a seguire le tracce - a suo rischio e pericolo.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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FRANCESCA ORLANDINI NOLASCO 02 marzo 2017
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Renzo Montagnoli 29 novembre 2012
L’ispettore Lognon, uno sfigato, in quanto è da una vita che cerca di essere promosso al grado superiore senza riuscirvi per mera sfortuna perché le capacità non gli mancano, viene trovato gravemente ferito da due proiettili davanti all’ingresso di un condominio, a poca distanza dalla sua abitazione, dove vive con una moglie convinta di essere gravemente ammalata, ma fisicamente in buone condizioni. Quando poi si viene a sapere dalla portinaia che da un po’ di tempo, e solo di notte, frequentava l’edificio recandosi nell’appartamento di una giovane e bella ragazza nubile, scoppiano le illazioni. Maigret, che lo conosce bene, non è convinto, Lognon non è un donnaiolo, ma solo un uomo che cerca di dare una svolta alla sua carriera, magari risolvendo un’indagine complicata. E così poco a poco il commissario viene a conoscenza che effettivamente si stava interessando a un caso, di quelli eclatanti e tali da conferire al suo risolutore una grande notorietà. E’ inutile dire che le indagini sono proseguite da Maigret, che si muove sul difficile, avendo come sospetto uno straniero ricco e influente, un grande collezionista di quadri. E poi ci sono la bella moglie di questi, troppo giovane per un marito avanti con gli anni, per quanto danaroso, un giro notturno di belle donne nella casa signorile ove la stessa abita, un traffico di quadri falsi. La carne al fuoco è abbondante, anzi troppa, e questa volta Simenon corre il rischio di bruciarla, con troppi colpi di scena, alcuni non del tutto logici. Beninteso, il libro è sempre piacevole da leggere, ma non si ritrovano in esso quelle eccellenti qualità di scrittore che giustamente hanno reso celebre l’autore belga. Si può dire, infatti, che la trama, intricata, aggrovigliata, prende il sopravvento sulla psicologia dei protagonisti, così come anche l’atmosfera è un po’ in sottotono. Insomma non è certamente uno dei migliori della serie del commissario Maigret, però rappresenta sempre per il lettore un piacevole passatempo, anche se questa volta nulla di più.