Siamo in India all’inizio dell’ 800, tra armatori, compagnie di navi mercantili, industrie di oppio, povera gente; tenendo le fila di più storie che piano piano si intrecciano durante il racconto, l’autore riesce magistralmente a raccontarci il colonialismo e il mercato dell’oppio in quell’epoca. A volte, leggendo, ci si dimentica della distanza temporale della storia dal presente; si ritrovano gli stessi problemi attuali di dipendenza dall’oppio e tutta la criminalità legata al suo commercio e alla sua trasformazione. Leggendo ci si commuove per il destino di tanti personaggi e ci si indigna per la crudeltà dei potenti. E’ un ottimo libro per comprendere le origini dell’oppio e delle guerre ad esso legate, inoltre è scritto in modo straordinario ed è il primo capitolo di una trilogia.
Mare di papaveri
Primo libro di una trilogia dedicata alla nascita dell’India moderna, Mare di papaveri rappresenta per l’India moderna quello che libri come Moby Dick hanno rappresentato per l’America: la simbolica narrazione dell’origine di una civiltà nuova sorta dall’incontro-scontro di mondi opposti
«Un'idea letteraria geniale, affidata a una lingua di grande suggestione.» - il Sole 24 Ore
«Una delle voci più originali e importanti della letteratura indiana di lingua inglese.» - la Repubblica
«Una magnifica riuscita, questo primo libro della Trilogia della Ibis, che riporta come d'incanto l'avventura al posto che le compete.» - D - la Repubblica
Cuore di questa saga epica, l'Ibis, un veliero che, negli anni Quaranta del XIX secolo, solca le acque tumultuose dell'Oceano Indiano per combattere la guerra dell'oppio, il conflitto che, con il trattato di Nanchino, sancì la definitiva espansione dell'impero britannico nei mercati d'oltremare e che fu scatenato dalla Compagnia delle Indie orientali per rovesciare lo squilibrio della bilancia dei pagamenti tra Gran Bretagna e Cina, favorevole decisamente in quegli anni a quest'ultima. Nel suo avventuroso viaggio, l'Ibis reca a bordo un'umanità davvero straordinaria: marinai, clandestini, braccianti, galeotti, un raja in rovina, una vedova sfuggita alle dure costrizioni del suo clan, uno schiavo americano liberato, un orfano europeo dallo spirito libero. A mano a mano che i legami con le origini si affievoliscono, e i contorni delle vite precedenti sbiadiscono, i passeggeri e i membri dell'equipaggio cominciano a considerare se stessi "fratelli di navigazione".
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Edizione:6
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Simona Mollia 09 marzo 2017
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Un romanzo appassionante con tanti personaggi alcuni molto ben descritti (su tutti ho trovato molto bella la figura di Baboo Nob Kissin che ha amato così tanto la sua donna da vivere la sua vita) altri un po’ troppo stereotipati (Paulette e Mr Reid). Nel libro anche i diversi linguaggi diventano protagonisti (in particolare la lingua parlata dai lascari) in un caleidoscopio di suoni e parole. Non lo considero un capolavoro, ma si legge tutto d’un fiato ed è un spaccato non solo dell’India ma anche della cultura marinara dell’Ottocento.