Medicus

Mi ricordo che ero in libreria e dopo un'oretta avevo scelto 2 bei romanzi da leggere, stavo per andare alla cassa a pagare e l'occhio mi cadde su un libro dalla copertina rossa e dal titolo MEDICUS...incuriosito cominciai a leggere la trama, bellissima mi sono detto, parla addirittura di Avicenna, ma chissà come scrive l'autore ho pensato...così cominciai a leggere la prima pagina...ebbene, posai immediatamente i due vecchi libri che avevo scelto e sono andato alla cassa con MEDICUS. Non avevo mai letto un libro così lungo (653 pagine) ma devo dire che non me ne sono neanche accorto. Gordon scrive veramente bene e si avverte fra le pagine la sua stessa allegria e gioia nel raccontarti una storia meravigliosa: la vita di Robert Cole, bambino, cerusico e poi hakim , cioè medico! Quante emozioni provate leggendo questo libro, quanti tuffi al cuore per i personaggi che compaiono e poi scompaiono dal romanzo. La storia d'amore tormentata, i tanti sacrifici che solo chi ha studiato ed è diventato medico può capire, la paura degli esami, il non sentirsi mai pronto e la paura di non saper curare certe malattie, i limiti che la religione impone, ect...A pensarci bene, dentro questo libro c'è tutto, ma soprattutto c'è la vita di un grande uomo che grazie alla sua forza di volontà è riuscito a realizzare il suo sogno.

Credo che in assoluto sia uno dei libri più belli che ho letto.

Gordon ha quell'abilità tutta particolare di riuscire a rendere scorrevole e piacevole la lettura di testi che tutto sommato potrebbero esser definiti contenutisticamente monotoni e asettici, come le esaustive e lineari descrizioni di personaggi, luoghi e storie. Le seicento e passa pagine non pesano, tolta ovviamente la fisiologica lentezza con cui si affrontano alcuni passaggi, cosa che molto più dipende dalla disposizione del lettore piuttosto che dall'effettiva macchinosità della narrazione. Mi permetto tuttavia di segnalare il motivo per cui non mi è possibile assegnare una valutazione superiore alla sufficienza: gli errori storici, medici e teologici sono come una valanga di imprecisioni piccole e grandi che lasciano spiazzati sia durante la lettura che una volta terminato il libro. Dai medici ebrei che battezzano i figli nati morti a una Londra dell'XI secolo con centomila abitanti, passando per una Tracia dell'anno 1000 definita Turchia europea e i minareti visibili da Costantinopoli fino ai falegnami con conoscenze di storia romana. Conoscenze sulla fisiologia cardiaca impensabili per l'epoca, l'insensata teoria che la cristianità orientale odiasse la figura del medico in funzione anti-islamica o la falsa credenza che gli antichi avessero raccolto le informazioni anatomiche tramandate ai medievali tramite dissezioni su corpi umani (povero Vesalio), e tanto, tanto altro. Una serie di sciocchezze che alla fine pesano molto sul giudizio finale. Consigliato per chi ha voglia di leggersi una storia amabile senza troppe velleità di una adeguata ricercatezza storica.