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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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Fondamentale opera narrativa sul mondo operaio. Per approfondire o averne un quadro quasi completo, consiglio di guardare anche La classe operaia va in paradiso. Un libro che andrebbe studiato a scuola come testimonianza di un tipo di mondo che ormai non c'è più ma che ha lasciato tracce ancora molto evidenti.
Albino rientra a Candia "come una mosca sui vetri alla fine di Febbraio sbuca da chissà dove a condannare l'Inverno". Prestissimo conosciamo le tante solitudini che lo avvolgono: il ritorno dalla guerra, poi la fabbrica, poi ancora la malattia (che lo accompagna da ragazzo), una natura sensibile che ha in odio la grettezza, la volgarità, e un sofferto amore per la madre che sarà sangue e contrappunto altissimi nel corso delle pagine. Un capolavoro assoluto del Novecento italiano, diario di un'anima diversa e resoconto di violento realismo. Cronaca di dispetti, rinvii, diffide, bassezze (in fabbrica gli chiederanno di fare la spia), cronaca di speranza quasi incosciente (conoscerà una maga guaritrice che forse può aiutarlo, ma invano), smarrimenti e disagi di un cuore ansioso d'essere come tutti, fra tutti: "I miei pensieri si moltiplicavano, prima in una oscurità che confondeva ogni mia sicurezza e tranquillità di vittoria, poi in una prospettiva più chiara alla fine della quale, come un altare, si ergeva il colonnato dei miei mali". Impotenza a muovere ogni ascolto, ad essere compreso, brevi rivolte ma senza grandi approdi, in pagine nelle quali passeranno i portici e i cinema Torinesi, i freddi ritorni a casa a notte fonda, la neve che "conserva i rumori e le tristezze, come la paura". Sentirà, oltre ogni ruvida scorza di lotta, nel non demordere sempre più fievole, che tutti quegli anni avessero sempre mirato a quella sorte: la solitudine senza scampo, lo stelo morto di una malattia senza domani: "Tutto era monotono, come in un viaggio lungo quando uno abbandona le gambe". Volponi dirà magnificamente: "Le sue ali non potevano battere uguali nel branco senza impicciarsi" Così Albino Saluggia scriverà comporrà le sue memorie in un sanatorio.Romanzo di luce triste e dignità ineguagliata, l'umano piegato e frustrato,ma in un grido d'amore assoluto.
È un romanzo che merita di essere letto, ma quanta tristezza! Volponi riesce a descrivere l'alienazione con sconcertante realismo e un tocco di poesia: davvero grande!
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