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Il film che più ho amato di Olmi. La guerra moderna portata dalla polvere da sparo e un ' Italia alla mercé degli stranieri e delle rivalità tra i signorotti locali.
Capolavoro di Olmi, probabilmente alla miglior prova della carriera insieme a “L’albero degli zoccoli”. Il cineasta bergamasco narra gli ultimi giorni di vita di Giovanni delle Bande Nere (Hristo Jivkov), condottiero al servizio di Clemente VII. La vicenda si svolge nel 1526, in un periodo di grande instabilità a livello italiano ed europeo; la Francia e l’Impero si contendono il predominio del continente e della Penisola e gli Asburgo, grazie al successo di Pavia del ‘25 in cui viene catturato il re francese Francesco I, paiono aver assestato il colpo decisivo alle ambizioni transalpine. Lo stato pontificio, preoccupato dall’egemonia spagnola, decide di stipulare un’alleanza con Francia, Venezia e Firenze dando vita alla Lega di Cognac, provocando la reazione di Carlo V che invia in Italia i famigerati lanzichenecchi guidati dal Frundsberg. Giovanni attacca il nemico nei pressi di Govèrnolo, non riuscendo però ad aver la meglio sui Lanzi e venendo ferito. Da qui inizia il suo breve calvario, conclusosi a Mantova pochi giorni dopo, mentre le milizie imperiali hanno via libera sin Roma che saccheggeranno nel maggio del ‘27. Con lo scontro tra le truppe del Gran Diavolo e l’esercito imperiale Olmi evidenzia un chiaro momento spartiacque tra due epoche, quella ancorata a valori medievali opposta alla nascente modernità rappresentata dagli invasori, la cui superiorità tecnologica (sono provvisti di “falconetti”, cannoni forniti loro dal duca di Ferrara) sarà fatale a Giovanni e a un mondo destinato a soccombere. La sconfitta patita dall’alleanza di Cognac sancisce inoltre il definitivo tramonto delle potenze italiane, in perenne lotta tra loro e ormai alla mercé dell’Impero e degli Stati-nazione, simboleggianti una nuova concezione del potere. Lavoro storicamente ineccepibile, dialoghi accurati e attenta caratterizzazione dei personaggi con Giovanni e Pietro Aretino (S. Vulicevic) su tutti, in conclusione Olmi monumentale per una pietra miliare del cinema.
Bellissimo film ingiustamente trascurato nella programmazione. Ma perché non c'è la versione blu ray?
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