Mia madre Helga Schneider

Il commesso della libreria sembrava sapere benissimo di cosa stavo parlando. "Il rogo di Berlino, Helga Schneider, si`, ce l'abbiamo," disse con tono confidente. "Pubblicato dall'Adelphi. Sta vendendo molto bene, anche." Mi indico` un tavolo carico di libri - quasi tutti impilati, con qualche copia disposta in modo da mostrare la copertina con titolo e autore. “Grazie,” riuscii a dire. Mi avvicinai al tavolo, scosso da violente emozioni. Era vero, era tutto vero. Il libro era li`, davanti ai miei occhi, con il nome di mia madre bello evidente sulla copertina, sopra la fotografia di quell'epoca spaventosa. "Pur vivendo nella stessa città, avevo interrotto i contatti con mia madre per oltre vent'anni e, dopo averli faticosamente ripresi, mi rendevo conto di aver fissato nella mente solo ciò che già da bambino mi aveva disturbato e disorientato di lei. Per il resto non sapevo molto di mia madre, delle sue origini, della sua esistenza vissuta prima del suo arrivo in questo Paese. Dei suoi pensieri, delle sue speranze, ambizioni, illusioni, disillusioni e dolori che l'avevano accompagnata anche nella sua vita in Italia. Nel mio libro, domanda e risposta come in una mega-intervista, ho cercato di ricostruire il percorso di vita di una donna, una scrittrice, di mia madre." Renzo Samaritani