VINILE
Miss Rhythm (180 gr.)
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Vinile audiophile da 180 grammi
Rimasterizzazione effettuata da Ray Staff presso l’Air Mastering di Lyndhurst Hall, Londra
Dopo essere stata lanciata dalla band di Lucky Millinder, Ruth Brown venne raccomandata nel 1949 dal grande Duke Ellington a Herb Abramson e alla sua Atlantic Records, etichetta che proprio in quegli anni stava iniziando il cammino che la avrebbe portata a diventare uno dei simboli più emblematici dell’industria discografica legata al jazz. In ogni caso, non bisogna dimenticare che se la Atlantic Records raggiunse questi livelli una parte non trascurabile del merito deve essere attribuita proprio a Ruth Brown, che per l’etichetta di Abramson registrò tra il 1949 e il 1960 ben 24 singoli di grande successo, ben cinque dei quali approdarono nelle hit-parade pop di Billboard. Il secondo LP di Ruth Brown è un piccolo capolavoro, costruito intorno ad alcuni formidabili singoli e brani da seconda facciata dell’anno precedente (“Book of Lies”, “Just Too Much”, “When I Get You Baby”, “This Little Girl’s Gone Rockin” e “Why Me”), oltre a un paio di brani nuovi come “Jack O’Diamonds” e “I Can’t Hear a Word You Say”. Ruth Brown sfoggia in questo disco una voce strepitosa, come si può notare dai toni romantici e ottimisti di “I Hope We Meet (On The Road Someday)” alla più estroversa “Why Me”: il suo timbro spazia da una tenera dolcezza a passaggi ruvidi eseguiti con voce roca e – ascoltando questi repentini passaggi, dai tempi agili e raffinati di “Just Too Much” all’incedere vigoroso di “Somebody Touched Me” – si potrebbe quasi pensare di trovarsi di fronte a un Sam Cooke in versione femminile. L’accompagnamento di cui beneficia la Brown manca forse della raffinatezza di quello di cui poté fruire Cooke e la Brown non era ossessionata dalla ricerca del successo nel pop-crossover (anche se lo raggiunse in diverse occasioni). Inoltre, in “When I Get You Baby” il suo stile vocale non viene penalizzato da un arrangiamento troppo orientato sul pop. In diversi passaggi acuti, la Brown ricorda il timbro in falsetto di Clyde McPhatter, mentre nel registro centrale e nelle note più gravi in brani come “I Can’t Hear a Word You Say” sfoggia un’energia che le rendeva quasi inutile l’uso del microfono (AllMusic).
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Artisti:
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Supporto:Vinile LP
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Numero supporti:1