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Il cap."Casa,Parentela e Comunità"è introdotto dal Finley sul rapporto esistente tra i poemi omerici e la vita quotidiana:"lontano dal campo di battaglia si svolgono centinaia di piccoli episodi essenzialm.irrilevanti tanto per la narrazione quanto per l'azione degli eroi.L'impiccagione delle dodici schiave,il carico di ferro di Mente,la compera di Euriclea da parte di Laerte,la visita di Telemaco al magazzino,tutti questi episodi occasionali sono troppo frammentari per essere interessanti come scene indipendenti,e in un certo senso sono tutti superflui per il movimento del racconto.Eppure il poeta li introduce in ogni pagina,brevemente,in poche frasi o in pochi versi,ma con la massima maestria e attenzione.Sia la destrezza della narrazione sia la convenzione con la quale fu accolta riposano in grande misura su questi incidenti,che sottolineano o chiariscono il contegno degli eroi e rammentano agli ascoltatori la veridicità del racconto." Nel corso dello stesso cap.il Finley si sofferma anche sul rapporto di alleanze e scrive:"in un ambiente in permanenza così ostile,agli eroi era permesso di cercarsi alleati....erano disponibili soltanto mezzi personali...il primo di questi era il matrimonio,il quale serviva,a stabilire nuovi legami di parentela,e quindi di obblighi reciproci,che si incrociavano perennemente in tutto il mondo ellenico. ... Diverse generazioni di calcolate distribuzioni di figlie e parenti femminili assortite crearono una rete di obblighi complicata e a volte confusa.E'questa una delle ragioni perché gli eroi impararono a memoria le loro genealogie con tanta cura recitandole spesso" (cfr.:Iliade, VI, 119-231).
Nel cap."Moralità e valori"il Finley riflette sul rapporto esistente tra guerriero ed eroe durante l'epoca omerica e scrive:"Guerriero ed eroe sono sinonimi,e il tema principale d'una cultura guerriera si regge sopra due note:gagliardia e onore.L'una è l'attributo essenziale dell'eroe,l'altro la sua mira essenziale.Ogni valore,ogni giudizio,ogni azione,tutte le abilità e i talenti non hanno altro scopo se non quello di definire l'onore o di praticarlo.La perdita della vita non poteva costituire un ostacolo.Gli eroi omerici amavano la vita ferocemente,tutto facevano e sentivano con passione,e non si potrebbero immaginare caratteri meno simili ai martiri;però,anche la vita doveva cedere all'onore.Le due figure centrali dell'Iliade,Achille ed Ettore,erano destinati entrambi a vivere vite brevi,ed entrambi lo sapevano.Erano eroi non perché al richiamo del dovere marciavano fieramente verso la loro morte,cantando inni a Dio e alla patria-al contrario,inveivano francamente contro la loro condanna,e Achille,almeno,non si lamentò meno dopo essere giunto all'Ade-ma perché,al richiamo all'onore,obbedirono al codice dell'eroe senza battere ciglio e porre domande."L'onore,scrive ancora Finley,non è solo questione di morte,ma anche di doni che,addirittura,avevano una genealogia:quando Telemaco rifiutò i doni di Menelao,questi gli disse:"Dei doni che sono tesori accumulati nella mia casa,ti voglio dare il più eletto e il più prezioso.Ti darò una coppa finemente lavorata:è tutta d'argento,rifinita con oro sull'orlo,opera di Efesto.Me la diede l'eroe Fedimo,re dei Sidoni"(Od.,IV,613-618).Ne consegue che"il rango era il principale elemento determinate del valore,e il rango veniva trasmesso dalla persona ai suoi oggetti aumentando il prestigio del loro valore intrinseco,fossero d'argento o di finissima tela."
Nel cap."Ricchezza e lavoro"il Finley,partendo da un'analisi socio-storica dell'Odissea e dell'isola di Itaca,riflette sull'organizzazione socio-politica dei regni dell'epoca omerica.Questi si fondano sulla grandezza e la potenza dell"oikos".Inoltre,"la natura dell'economia serviva a sigillare e conservare la distinzione delle classi"e ad Itaca"la base dello oikos era la terra,e v'era scarsa possibilità,in condizioni normali e pacifiche di acquistare nuove terre nelle regioni già abitate".Varcare i limiti sarebbe stato possibile,ma sarebbe scattata la formula dell'esilio che"strappava tutti i legami in cui si esprime la vita stessa".Questa coincideva,quindi, con l'oikos stesso che era"soprattutto una unità di consumo:la sua attività per quanto riguardava la soddisfazione dei bisogni materiali,era diretta a un solo scopo:soddisfare i bisogni di consumo del signore e della sua gente,possibilm.coi prodotti dei suoi terreni,o per ripiego col supplemento delle prede".L'unico impedimento degli oikoi era la mancanza di metalli che volevano dire"strumenti ed armi"Gli oggetti di metallo,si desume dai poemi,avevano,quindi,un alto valore:sia di soddisfazione estetica,sia di ricchezza e prestigio,sia un"valore utilitario".Anche i doni in metallo entravano nella gestione dell'oikos il cui punto nodale era il magazzino:scrive Finley"tutto il lavoro produttivo,la semina,il raccolto,la macinazione,la tessitura,la caccia,o anche i colpi di mano,sebbene eseguiti da individui,erano compiuti in nome e a favore della casa interna.I prodotti finali,pronti per il consumo,venivano raccolti e immagazzinati tutt'insieme e quindi redistribuiti,nella casa padronale,dal capo del momento e nella misura da lui ritenuta giusta".Talvolta,però,le assegnazioni oltrepassavano il limite e quindi era necessario ricorrere a guerre,razzie"in cui spesso era coinvolto un gruppo di famiglie e talvolta la comunità".La finalità di questi espedienti era,ovviam.,il bottino.
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