La montagna dell'anima - Xingjian Gao - copertina
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Letteratura: Cina
La montagna dell'anima
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Descrizione


L'opera più nota del premio Nobel per la letteratura 2000. È il racconto, in gran parte autobiografico, di un lungo viaggio nella Cina del sud-ovest, compiuto da uno scrittore perseguitato dal regime e al quale, per errore, è stato diagnosticato un cancro. Il viaggio è dunque l'occasione di un bilancio esistenziale e fonte inesauribile di nuove esperienze. E il libro diviene romanzo picaresco in cui si intrecciano avventure di feroci briganti e tristi storie di fanciulle suicide per amore, saggio enciclopedico sugli animali e le piante della foresta, sugli usi delle popolazioni tribali, sulla storia classica e contemporanea, riflessione politica sulla Cina comunista, ricerca filosofica, storia d'amore...

Dettagli

Tascabile
2 luglio 2008
XIV-640 p., Brossura
9788817025027

Valutazioni e recensioni

  • Che strano libro! Se mi domandassero “Ti è piaciuto?” Di primo acchito risponderei “No!” troppo ridondante, non ha una trama definita. I due personaggi sono sfuggevoli, la loro storia viene raccontata a capitoli alterni. Oppure no? Spesso mi trovavo a leggere un brano di quale personaggio? Colui che è alla ricerca della Montagna dell’anima o l’altro che è alla ricerca della verità? Boh! Però, però alla fine le sue 640 pagine le ho volute portare a termine. A fatica, non riuscivo a leggere più di uno o due capitoli insieme. Necessitavo di una pausa e poi riprendere il percorso tortuoso del racconto il giorno dopo. E’ ambientato in una Cina totalitarista dove il governo centrale decide sulle singole vite dei suoi abitanti. Il tutto inframmezzato da racconti antichi e fantasistici di soldati valorosi, donne sfruttate, lotte per il potere e l’amore. Il capitolo 62, 3 pagine, è il sunto di questo libro. Per questo mi fa pensare e dire che 640 pagine sono troppe. Però l’autore non smette di stupirmi! All'ultima pagina sembra che stia cercando qualcosa nel vuoto della mia mente. E trova queste parole: “Le cose avvengono a mia insaputa e c’è sempre un occhio misterioso. Non capendo, posso solo fingere di capire. Dare a intendere di capire, ma non capire mai. Nulla mi è chiaro in realtà, nulla io capisco. E’ così.” P.S. Un’altra cosa che non ho capito è il trovare in diversi capitoli un susseguirsi di inizio frase con “Io dico”; “Lui dice” “Dimmi”; “Lei dice”; “Dice” e così per tutto il testo! Sinceramente mi ha dato un po’ fastidio durante la lettura, chissà se è voluto dall’autore o è stato solamente un refuso nella traduzione.

  • ALESSIO MIDALI

    Stranissimo, come libro. Però, una volta che ci si è abituati al suo modo di scrivere (e all'uso della seconda persona), risulta un ottimo romanzo.

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