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Anno edizione: 1994
Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2019
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Splendido e commovente...
Live acustico di rara bellezza, i Nirvana più malinconici e riflessivi. I pezzi più belli e adatti per le versioni unplugged e le cover (Bowie, Meat Puppets...) suonati magnificamente.
L'Unplugged in New York rimane ancora oggi uno standard, un metro di giudizio in base al quale valutare la bontà di qualsiasi disco in acustico: in pochi sono arrivati alla grandezza di questo album e il merito sta in un complesso di fattori. Innanzitutto la scrittura di Kurt Cobain, capace di trasformare quattro accordi in fragorosi inni di pura rabbia generazionale: riportati alla loro forma originale, i quattro accordi sono ugualmente capaci di emozionare l'ascoltatore, sia pure in tutt'altro modo. Ecco perchè nell'Unplugged dei Nirvana non potevano mancare titoli del calibro di Come as you are, Pennyroyal tea o On a plain. Ma naturalmente c'è di più: la band dà anche prova di grande umiltà inserendo in scaletta una nutrita serie di cover, fra le quali tre dei Meat Puppets, suonate qui insieme a loro (i fratelli Kirkwood, nucleo della band): Oh me, Plateau e Lake of fire; The man who sold the world di David Bowie, Jesus doesn't want me for a sunbeam dei Vaselines e Where did you sleep last night di Leadbelly: scelte eclettiche che rivelano la maniacalità onnivora degli ascolti di Cobain. La zampata vincente del terzetto è però quella di About a girl, inserita in apertura di concerto e oggetto di una rilettura scarna e di un'intensità esemplare. Qualche sbavatura strumentale è stata lasciata anche sul disco: e anche questi sono i Nirvana, nel bene e nel male.
Recensioni
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