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Mi è piaciuto moltissimo questo libro. E' forse il mio preferito della saga di Magnus Chase. In questo libro conosciamo meglio il personaggio di Alex Fierro, che è uno dei personaggi principali della serie ma è stato introdotto solo dal secondo libro. Consiglio questo libro a tutti i fan di Percy Jackson e ai fan delle saghe fantasy, siccome è molto avvincente.
Non è facile dare un giudizio su questo libro. Per la prima volta sono felice che una delle saghe di Riordan sia finita. Di tutte le sue opere, la trilogia di Magnus Chase è sicuramente quella che mi piace meno. Il libro non è male, scritto in modo leggero: simpatico e in alcuni momento abbastanza intrigante. Infatti ho dato un voto abbastanza alto e generoso, come per i primi due. Una grande qualità dell’intera trilogia è l’ambientazione, l’atmosfera cupa e oscura che Riordan è riuscito a creare, perfetta per il mondo vichingo. Fin da “La spada del guerriero” sono rimasto colpito da villa Chase e, in quest’ultimo, ho trovato Niflheimr molto suggestiva. I personaggi, che soprattutto all’inizio ritenevo il punto debole della storia, vengono approfonditi e in parte migliorati. Anche se nel complesso il protagonista rimane fiacco e inoltre Alex toglie non poco spazio a Samirah, riducendo il ruolo di uno dei pochi personaggi interessanti della trilogia. Ho sempre attribuito alle opere di Riordan il grande merito si essere di essere istruttive, soprattutto per i giovani, dandogli le basi per capire i miti antichi. Ora mi sembra giusto sottolineare come la sua esposizione di tali miti non vada presa troppo alla lettera. Ad esempio per accedere al Valhala non occorreva morire impugnando un’arma con valore bensì morire con valore, con o senz’arma. E Kvasir non era proprio un dio. Ultimi i suoi libri sono sempre più saturi della sua ideologia, da cui derivano forzature a discapito della trama. Per esempio in più occasioni è ingiusto e imparziale nei confronti dei sudisti della Guerra di Secessione. E ho trovato senza senso tutto il rimpianto per l’uccisione dei 9 giganti schiavi, visto che comunque è apparso chiaro che fossero malvagi come i loro simili. E infine, tanto per essere chiari, Zeus e Odino non sono mai stati chiamati Re del Cosmo, bensì rispettivamente dell’Olimpo e di Asgard.
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