L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Con "Room" Abrahamson ha scelto di restar'incantato all'"I love your wall / I love you all" del suo precedente "Frank" (2014). "Un film non commuov'il mondo senza motivo." Vero; forse bast'ispirarsi al caso Fritzl s'un'incestuosa pedofilia reiterata ed edulcorarlo eliminandon'entrambi gl'elementi perturbanti: "Old Nick" è estraneo alla famiglia di Joy e l'ha rapita per stuprarl'a 17 anni. Il cattivone non è "uno di di noi", per difendersi da lui è sufficiente non essere troppo gentili e disponibili cogli sconosciuti e il casaling'abuso sessuale sui minori affonda di nuovo nei recessi della tabuizzazione sociale. Furbata d'ingegneria del marketing cinematografico e mediatico. "A cowardly movie about brave people" (Matthew Lickona, "San Diego Reader", voto 1/5). Controprova: "Exposed", sempre del 2016, esordio del regista Gee Malik Linton aka Declan Dale, os'affrontar'i temi proibit'in "Room", per giunta con una resa filmica da far impallidire il Soderbergh della "self-deception" ("Bubble", 2005; "The Informant!", 2009; "Effetti collaterali", 2013) e, soprattutto, i Nolan di "Memento" (2000) che si limitavan'a un rassicurante caso neuropsicopatologico quale l'amnesi'anterograda, e ne paga le conseguenze (=transfert negativo di massa) con un 5% su Rotten Tomatoes, voto medio 3.2/10, 23% su Metacritic, 4.2/10 su IMDb, 1/5 su AllMovie. Un film dedicato a un disturbo dissociativo con amnesia e fuga psicogene per un trauma causato dalla violenza sessuale da parte d'un poliziotto e ancor prima dall'incesto infantile non consensuale da parte del padre: può solo schifare. Tanto più s'il regista non ci sguazza ostentando alcunché e invece ammanta la storia di rispetto e discrezione verso la vittima adottandone il punto di vista (l'inquadratura insistita sull'immagine dell'occhio: scotomizzazione visiva come metafora di quella mentale, la struttura diegetica non lineare, il twist conclusivo col poster sullo sfondo ch'invita a "riconnettere tutto"). Guai a scandalizzar'il perbenismo dei benpensanti. Mauro Lanari (un grazie a Orietta Anibaldi)
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore