I newyorkesi

La storia di alcuni abitanti di New York che si incontrano a Central Park mentre portano a passeggio i loro cani. Nascono amicizie, amori. Sullo sfondo di una New York affascinante. Un racconto malinconico. Una lettura veloce e leggera.

Do un voto ambivalente, così come il mio sentimento durante la lettura di questo libro, acquistato dieci anni fa e più volte rimandato, ma sempre tenuto sul comodino per la dolcezza della copertina. Non ci si innamora tanto dei (troppi) personaggi (tranne forse che della protagonista, in cui personalmente mi sono ritrovata un po'), ma di tutti i loro cani si... E' dunque una lettura adatta per i veri amanti dei cani, capace di trasportare in una New York prima innevata e poi accaldata. Penso che il messaggio intrinseco sia che i nostri migliori amici e compagni di vita, alla fine, siano gli animali. Che tutto ti danno senza nulla chiedere. Questo è esattamente anche il mio pensiero, ma tutta la storia scorre su una via estremamente malinconica e triste, a tratti direi anche piuttosto deprimente, per questo non metto un voto alto. Il finale poi è strappalacrime, un po' troppo spiccio forse, e decisamente drammatico per la separazione dal suo cane. Che fa parte purtroppo della vita, ma non mi piace piangere leggendo. L'avrei concluso diversamente, lasciando al lettore il punto di domanda rispetto a fino a quando avrebbe vissuto col suo vecchio cane, invece di rattristare immensamente con la descrizione finale della sua dipartita.

Concordo pienamente con i lettori che hanno attribuito in voto più basso al libro: al loro commento posso aggiungere un altro aspetto negativo del romanzo se così si puà definire: il continuo riferimento a quanto, come e dove i cani facevano i loro bisogni! Non se ne poteva più. Senza contare i giudizi attibuiti alle prestazioni sessuali dei protagonisti maschili assegnati dai personaggi femminili del racconto.