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Anno edizione: 2016
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Si capisce di più cosa sia la guerra dalla lettura di romanzi e diari che dai libri di storia. Un romanzo narrato da un ragazzo di 18 anni, strappato ai banchi di scuola e gettato in prima linea. Le brutture, gli umori e gli odori di quegli anni raccontati in maniera magistrale
Terribilmente toccante.
Pubblicato undici anni dalla fine del conflitto, raggiunse un successo di pubblico per il messaggio pacifista ma fu osteggiato da chi faceva leva sul diffuso malumore su cui si alimentarono il nazionalsocialismo in Germania e il fascismo in Italia.Dire che nel 1933 finì al rogo pare quasi superfluo. E oggi? Che effetto fa , leggere oggi, quest’opera? Il 24 maggio ricorrerà il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia e spesso ho pensato alla dialettica tra interventisti e neutralisti che animò il nostro contesto storico. Sapere quali ragioni ci portarono al conflitto non è di gran conforto. Visitare i luoghi che oggi sono sormontati da sacrari, campane della pace, lapidi siglate da cronologie troppo brevi, montagne dilaniate dalla presenza bellica, permette di toccare con mano. Leggere l’esperienza dei nostri dalla penna di Lussu significa scoprire le drammatiche condizioni dei soldati-bambini, dei soldati-contadini, dei ragazzi del ’99 e dell’inefficienza siglata Italia. Leggere Erich Maria Remarque significa elevarsi a una visione trans- frontaliera. Siamo sul fronte occidentale non in quello italiano dell’altopiano di Asiago narrato da Lussu. Se Lussu non si abbandona mai alla denuncia, Remarque invece scrive con l’ottica del reduce, di chi è consapevole che la guerra è stata solo un grande bluff.
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