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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2019
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Un buon album, apprezzabile. A me non spiace affatto, pur non essendo al livello di altri.
La terza vita degli U2 nasce con "No Line on the Horizon", quasi a delineare una linea invisibile all'orizzonte, dopo gli inizi acerbi e quasi selvaggi di "Boy" e "War" e la svolta di "Acthung Baby". Giunti alle soglie di 30 anni di carriera e dopo un paio di ultime prove incolori, i fans si chiedono cosa ci si può ancora aspettare da Bono & Co. Grandi problemi di testi, musica, e un afflato particolare per i mezzi di comunicazione, che fanno storcere il naso anche agli appassionati dei 4 ragazzi d'Irlanda. L'album rimette un po' le cose a posto. C'è una buona qualità musicale, con il contributo anche della produzione, affidata ad un duo rodato come Eno / Lanois. "No Line n the Horizon" ci riporta gli U2 maturi e consapevoli delle possibilità della loro terza giovinezza. Un quasi miracolo per la musica che gira intorno.
Indubbiamente il miglior album deli U2 dal 2000 ad oggi, in grado di surclassare di molto All that you can't leave behind (che è il loro peggior album in assoluto, troppo tendente al pop) e il discreto "How to dismantle an atomic bomb", e i due successivi e comunque buoni Songs of Innocence e Songs of Experience. Forse è il disco che è passato più inosservato di tutti, giudicato frettolosamente e criticato da molti. Chi dice che si tratta di un pessimo album forse non lo ha nemmeno ascoltato, qui si ritrovano gli U2 astratti e atmosferici del capolavoro The unforgettable fire, con alcune punte di sperimentazione che rimandano ai geniali dischi degli anni 90. Ogni brano è un vero gioiello, ci sono 3-4 capolavori da capogiro, impregnati di nostalgia e di sentimento, e altri buoni pezzi rock n roll. Gli strumenti si sentono, suonano, a differenza di All That you can't leave behind che era piatto e troppo ricco di ballate mielose.
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