Nora
Quando la maestra sorvegliante si fu ritirata in camera dopo il suo solito giro lungo il dormitorio, e le compagne ebbero cessato di bisbigliare fra di loro, Crezia sgusciò dalle coltri, indossò una gonnella succinta, infilò i piedi nudi nelle babbucce, e, pian piano, alla smorta luce della lampada di notte, andò fino all’ultimo letto, presso l’uscio. Nora vide la compagna avvicinarsi e si tirò a sedere sul letto. — Che vuoi? — chiese poggiando i gomiti sul guanciale e sporgendo innanzi la testa. — Che tu mi perdoni! — rispose Crezia abbassando gli occhi. — O che intendi tu per perdono? — le domandò Nora fissandola con i suoi occhioni neri. — La dimenticanza! — mormorò Crezia. Nora, di Anna Vertua Gentile. Anna Vertua Gentile (Dongo, 30 maggio 1845 – Lodi, 23 novembre 1926) è stata una scrittrice italiana. Nata a Dongo il 30 maggio 1845, incominciò a scrivere nel 1868. Il suo primo lavoro conosciuto, firmato come Annetta Vertua, è Letture educative per fanciulle. Sposò Iginio Gentile, docente di Storia antica dell'Università di Pavia; dopo la nascita del figlio Marco Tullio, tra il 1874 e il 1893 scrisse una serie di racconti e opere teatrali brevi per bambini che venivano recitate nei salotti di casa o interpretate con burattini. Divenuta scrittrice di professione dopo la morte del marito (seguita, nel 1912, da quella del figlio) ebbe una produzione feconda: fino al 1901 pubblicò oltre 150 titoli tra romanzi, soprattutto d'amore, novelle, scritti educativi e manuali di condotta quali Come devo comportarmi, L'arte di farsi amare dal marito, Per la mamma educatrice. Una delle sue opere, il Romanzo d'una signorina per bene è dedicato alla sorella Antonietta Vertua. Contribuì alle riviste Giornale della maestre e La donna di Gualberta Alaide Beccari e, nel 1907, prese parte a Milano al Congresso sui diritti femminili promosso dalle donne cattoliche e socialiste. Tra il 1905 e il 1906 diresse Fanciullezza Italiana, un bisettimanale in cui pubblicava consigli di comportamento. Per le sue pubblicazioni venne definita come la figlia d'un ideale matrimonio tra Edmondo De Amicis (Cuore) e Louisa Alcott (Piccole donne). I suoi scritti, pur intrisi di sentimentalismo e precetti morali, non furono privi di richiami all'indipendenza femminile. Morì presso l'Istituto Santa Savina a Lodi, dove si ritirò nel 1923. Sulla facciata esterna dell'edificio, in via De Lemene, è stata affissa una targa: «In questa casa trovò negli ultimi suoi anni asilo - conforto - pace Anna Vertua Gentile, scrittrice insigne che volle fine supremo dell'arte sua il trionfo della bontà, il trionfo della gioventù. Nata a Dongo 1846 morta a Lodi addì 23 11 1926»
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